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Con una milanese alla scoperta della val Borbera


“Perché iniziare con Avi? Perché ad Avi l’esperienza e la saggezza dei contadini hanno creato i presupposti per l’insediamento di una piccola comunità in una zona aspra e priva di sorgenti, grazie allo sfruttamento di una delle caratteristiche litologiche delle rocce conglomeratiche su cui sorge il paese”: così Irene Zembo che ha guidato i partecipanti lungo il percorso e che ha fornito moltissime notizie sugli aspetti geomorfologici e storici di questa zona della val Borbera. Una escursione, quella da Roccaforte alla croce degli Alpini, sopra Pertuso, e poi alla frazione disabitata di Avi che, probabilmente, era nel suo destino. Ha infatti rivelato: “Può sembrare strano ma quando tredici anni decisi di comprare una cava in val Borbera le ragioni furono due: il costone La Ripa e la guerra di Liberazione.

E così, seguendo il flusso naturale delle cose la prima escursione guidata, programmata per questa stagione era improntata ad un discorso fra storia e scienza della terra, tra la memoria delle comunità e la natura, in un luogo che combina entrambe le mire ragioni.” L’escursione è stata organizzata con il patrocinio del comune di Rocchetta Ligure nell’ambito della giornata di LegAmbiente “Voler bene all’Italia” e con l’organizzazione tecnica di Celeber s.r.l. E’ così che circa quindici persone si sono ritrovate in una caldissima giornata di inizio giugno, giovani, giovanissimi e meno giovani, ed hanno ripercorso i sentieri che videro protagonisti, settant’anni fa, i partigiani. Ammirando, dalla croce degli Alpini gran parte della val Borbera e guardando monti quali l’Ebro, il Giarolo. C’è stato anche uno spirito solidale fra i partecipanti in quanto c’è stato chi ha aiutato, in un tratto, persone che apparivano leggermente in difficoltà. E poi Avi, i ricordi di Avi, il ricordo di un centro partigiano, il ricordo di chi vi ha abitato per l’ultima volta, nei primi anni Cinquanta. Con Irene Zembo che rivelava come, in talune anni, Avi fosse giunta a contare diciotto abitanti. E noi l’abbiamo guardata stupita, abituati agli agi ed alle comodità della vita odierna, pensando agli abitanti di Avi ben lontani da qualsiasi altro centro abitato della valle, fosse anche Cantalupo. Ma anche Irene Zembo è proprio un bel tipo: milanese, si è laureata in scienze Geologiche ed ha conseguito il dottorato di Ricerca in Scienze della terra alla università degli studi di Milano.

Quindi ha lavorato per alcuni anni alla regione Lombardia occupandosi della difesa del suolo e di mitigazione del rischio idrogeologico. Le vacanze le trascorreva in val Borbera. Poi, ad un certo punto, la decisione: ha abbandonato Milano ed il suo lavoro in regione ed ha traslocato a Dovanelli, piccolo paesino dell’alta val Borbera. Non proprio la stessa cosa, una vera ed autentica scelta di vita. Adesso grazie alla proficua collaborazione instaurata con le associazioni di promozione e di sviluppo del territorio, amministrazioni pubbliche, scuole e club alpino italiano, sta conducendo   numerosi laboratori didattici e valorizzarla da un punto di vista naturalistico e storico. L’escursione si è conclusa con una visita alla mostra fotografica a Palazzo Spinola di Rocchetta organizzata dal gruppo fotografico “val Borbera”.

Maurizio Priano



Le fotografie sono di Pier Luigi Casanova, fotografo professionista.

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