Sull’insufficiente collegamento tra la stazione di Diano con la città di Diano Marina, il sindaco Giacomo Chiappori non è intervenuto ufficialmente (e ce ne dispiace) ma sulla sua pagina Fb rispondendo ad una domanda di un dianese che chiedeva lumi in merito, ha scritto: “Il piccolo investimento come lo chiami tu – dichiara Chiappori rispondendo al cittadino – è di 150 mila euro annui che avrebbe dovuto essere programmato dalla Regione e non può essere affrontato dal solo comune di Diano. Comunque con i comuni del Golfo abbiamo affrontato la spesa del collegamento la domenica per solo periodo estivo. Incredibile che nella programmazione dello spostamento non abbiano pensato di adeguare la logistica del nuovo tracciato come peraltro hanno fatto per area 24”.
La cosa si sapeva, e si sapeva già da tempo, ma dal dicembre 2016 ad oggi, cioé un anno e mezzo da quando è stata aperta la nuova stazione di Diano, dalla Regione, a quanto pare, non sono giunte notizie positive.
Non sappiamo quante lettere e quanti solleciti abbia inviato il Comune di Diano Marina in Regione e per quale motivo non si sia ancora arrivati ad una soluzione, ma rileviamo solo che nel frattempo il turismo a Diano Marina ha avuto un calo.
Noi, attraverso un’indagine e basandoci sui dati ufficiali della Regione, forti di 40 anni di esperienza giornalistica, abbiamo attribuito proprio al mancato collegamento ferroviario l’emorragia di turisti che si è verificata nei primi mesi dell’anno nella città degli aranci causando un danno all’economia della zona.
Questa nostra ipotesi sulle cause del calo turistico, NON E’ STATA SMENTITA da nessuno, ma soprattutto NESSUNO si è preso la briga di avanzare altre ipotesi possibili suffragate da dati oggettivi.
Spiace che su un argomento così importante né il Comune di Diano Marina, né altre istituzioni, operatori di settore, associazioni di categoria o altri siano intervenuti ufficialmente.
Noi crediamo sia molto grave che in pochi mesi Diano Marina abbia perso oltre 13 mila presenze, recuperate solo in parte ad aprile che sono salite a -10 mila.
Reputiamo ancor più grave, il fatto che diverse persone, invece di preoccuparsi per questi dati disastrosi, abbiano stigmatizzato il nostro comportamento come se fosse colpa nostra il calo di turisti.
Se il turismo in Liguria non è più quello degli anni d’oro, forse, una parte della colpa è dovuta proprio alla mancanza di analisi dei dati oggettivi, di autocritica, di voglia di intervenire per risolvere un problema e di idee su come fare.
Il silenzio che continua a persistere, ci sembra l’ennesima prova.