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Che fine ha fatto la termo-camera per impedire gli incendi boschivi nel Ponente Ligure?

Gent.mo Direttore,

Vorremmo riprendere il contenuto di un articolo di recente pubblicazione, il quale poneva l’accento su un problema che si ripete regolarmente ogni estate e che noi riteniamo essere di primaria importanza, quello della prevenzione degli incendi boschivi.
Qualche anno fa, in collaborazione con il Politecnico di Torino, era partita una sperimentazione che prevedeva l’utilizzo di una termo-camera in grado di individuare anche col buio, focolai e nubi di fumo non visibili ad occhio nudo, segnalando tali situazioni di potenziale pericolo ad un computer.
Ovviamente, l’utilizzo di questa avveniristica ed utilissima attrezzatura, avrebbe permesso agli uomini della Protezione Civile locale e dei Vigili del Fuoco che, come noto, hanno ereditato anche le competenze della Forestale, di poter controllare più agevolmente le aree boschive più a rischio.
In mancanza di questo strumento, e perennemente sotto organico, tutto il lavoro viene svolto “alla vecchia maniera” ovvero, pattugliando ripetutamente il territorio.
Le abbondanti piogge di questi giorni, unitamente alla solita problematica della non regolare programmazione degli interventi necessari per mantenere pulite le piste tagliafuoco, e di pulizia dei boschi dalle sterpaglie, fanno si che ci si prepari nuovamente ad una stagione estiva con gli stessi rischi e le stesse incognite di sempre.
Ma per quale motivo di questa strumentazione non se n’è saputo più nulla? Questione di budget o forse perché la prevenzione degli incendi non è un argomento da campagna elettorale?
Attendiamo risposte.
Coordinamento Provinciale
Forza Nuova
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