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Si spacciava come Circolo privato, ma era un night club con lavoratrici in nero. Il fatto a Strevi scoperto dall’ispettorato del lavoro


I militari del Nucleo Carabinieri dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Asti-Alessandria, congiuntamente ai militari della Stazione Carabinieri di Rivalta Bormida, hanno dato un fondamentale esito nelle azioni di contrasto del lavoro sommerso riferite al fenomeno dei night camuffati da circoli privati. L’accesso ispettivo è stato effettuato presso la sede del circolo privato denominato “ASSOCIAZIONE EXX ODEON CLUB” sito in Strevi  via Alessandria n. 73, su coordinamento del Direttore dell’Ispettorato e diretto operativamente dal comandante del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro in collaborazione con militari della Stazione Carabinieri di Rivalta Bormida.

All’interno locale, secondo quanto accertato dai carabinieri, è stato trovato personale intento al lavoro in qualità di figuranti di sala in totale assenza di qualsiasi documento che ne attestava con certezza la regolare occupazione. Dai successivi accertamenti è risultato che il circolo privato denominato “ASSOCIAZIONE EXX ODEON CLUB” non si configura come un ente non commerciale di tipo associativo privo di finalità lucrative a carattere puramente, ricreativo, culturale, assistenziale, ove lo scopo fondamentale e primario è “promuovere attività sociali, culturali, dibattiti, seminari, convegni, ricerche scientifiche, percorsi enogastronomici ed enologici, turistiche, promozionali e ricreative”, in quanto in esso viene svolta un’attività professionalmente organizzata a scopo di lucro, a livello imprenditoriale, volta a produrre attività di somministrazione di alimenti e bevande, destinata ad una pluralità indistinta di persone, anziché ad un gruppo limitato e ben individuato di soggetti.

L’adesione al sodalizio, secondo l’accusa, avviene senza alcuna formalità di rito e in contrasto con i principi fondamentali per la costituzione di “circoli privati con finalità non lucrative”, nessuna domanda associativa, nessuna quota associativa, nessuna partecipazione diretta alla vita sociale. L’adesione avviene, con il rilascio della tessera associativa, all’atto dell’accesso al locale, in difformità di quanto previsto dalle norme del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (espressa esclusione della temporaneità dell’iscrizione dei soci e le connesse garanzie per una effettiva partecipazione alla vita associativa (diritto di voto per modifiche statuarie, nomina degli organi direttivi, ecc). Secondo quanto accertato le ragazze sono tenute a: indossare abiti succinti, trasparenti e provocanti; (classici indumenti usati nei night club dalle intrattenitrici di sala), arrivano con abiti normali e poi si cambiano nell’apposito camerino; intrattenere i soci/clienti, ballando o conversando con loro; il socio/cliente per tale compagnia è tenuto a corrispondere al circolo, nella persona del suo presidente la somma di 5 euro per la sua consumazione e 15 euro per la consumazione della ragazza per ogni venti minuti di tempo in cui si intrattiene con la stessa; assoggettate ad un vero e proprio vincolo di subordinazione da parte dei rappresentanti del circolo, i quali le sottopongono al proprio potere organizzativo, direttivo e gerarchico, dal momento che le stesse non sono libere di gestire il proprio tempo all’interno del circolo, ma devono sottostare all’esigenze del socio/cliente di turno; assoggettata ad un orario fisso dalle ore 22,00/22,30 alle 05,00.

La costituzione del sodalizio, secondo quanto accertato dai carabinieri e dall’Ispettorato del lavoro, è stato un semplice espediente, elusivo dell’obbligo, facente capo ai gestori di esercizi pubblici, di munirsi della prescritta licenza, per svolgere una vera e propria attività imprenditoriale in frode alla legge. L’operazione ha permesso di far emergere SEI lavoratrici dello spettacolo “IN NERO” prive di qualsiasi contratto di lavoro, nonché ulteriori DECINE E DECINE di lavoratrici (figuranti di sala) su cui sono in corso ulteriori accertamenti. L’attività imprenditoriale è stata sospesa e potrà riprendere solo con la regolarizzazione del personale trovato “in nero” e con il pagamento delle sanzioni prescritte. Sono state riscontrate violazioni amministrative pari a €. 54 mila euro e contributi non versati pari a 7 mila euro.

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