Il 23 maggio 1992, alle 17.58, con un gesto di banale e agghiacciante quotidianità, una mano preme il tasto di un telecomando, facendo esplodere con 400 kg di miscela esplosiva, un tratto dell’autostrada A29 appena dopo lo svincolo per Capaci. Il nome della località è improprio per situare il luogo dell’attentato (si tratta infatti del territorio comunale di Isola delle Femmine), ma rimane impresso nella cronaca e nella memoria dell’opinione pubblica per indicare il sito di una delle più efferate e vili stragi di mafia della fine del secolo scorso, quella in cui furono uccisi il magistrato antimafia Giovanni Falcone, la moglie e quattro agenti e in cui furono gravemente feriti altri 23 componenti della scorta.
Ventisei anni dopo, noi studenti ricordiamo questo episodio, e quello di poche settimane dopo, che costò la vita all’altro eroe della lotta alla mafia, il giudice Paolo Borsellino, in un luogo che è simbolo di una giustizia che non si piega e che ci insegna a non svendere la nostra dignità di esseri liberi, educati all’onestà: l’Aula di un Tribunale.
In occasione di questo drammatico anniversario, il Tribunale di Alessandria ha infatti aperto le porte ad un gruppo di giovani delle classi 3^AR Amministrazione, Finanza e Marketing, 3^AC, 5^AC e 5^BC Servizi Commerciali dell’I.I.S. Marconi di Tortona e di altri istituti superiori di Alessandria, diventando così non solo centro di amministrazione ed applicazione della giustizia, ma anche punto di incontro e di educazione, di formazione e riflessione su un episodio che non bisogna ricordare come un successo dei capimafia che ordinarono l’attentato e che spavaldamente brindarono alla sua riuscita, ma come l’avvio doloroso di una nuova fase della storia italiana e della coscienza civica del Paese.
Dopo aver visitato il Tribunale, accompagnati dalla prof.ssa Anna Maria Gianelli, referente delle attività di educazione alla Legalità attuate nel nostro Istituto, siamo stati accolti proprio nell’Aula dove si svolgono le sedute del Tribunale ed abbiamo incontrato la Dott.ssa Aloisio, Pubblico Ministero, il Dott. Perelli, Giudice Ordinario, e l’avvocato Paola Sultana, Responsabile Provinciale di Libera, una rete di associazioni nata proprio per contrastare le mafie, la corruzione, i fenomeni di criminalità e chi li alimenta in nome della giustizia sociale e dei principi della nostra Costituzione.
In Aula il confronto con i magistrati è stata l’occasione per parlare di questa pagina della nostra storia e della nostra realtà e per approfondire il funzionamento del sistema giudiziario, gli ordini di giudizio, il ruolo della magistratura e la sinergia che deve instaurarsi fra gli organismi giudiziari e la cittadinanza, unico vero baluardo contro un fenomeno, la mafia, che per le sue ramificazioni e connivenze, soffoca la libertà degli individui, dal sud al nord, e corrode l’economia ed il sistema democratico. Di questa bellissima ed impegnativa esperienza, un ricordo, che vuole essere il simbolo di ciò che abbiamo imparato: sullo sfondo austero del Palazzo di Giustizia il sorriso spontaneo e coraggioso di due amici, Giovanni e Paolo, due giganti che le bombe non hanno mai ucciso.
Gabrielius BOCCHIO e Martina D’ANNA – 3^AR AFM