Tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, nei due plessi dell’I.I.S. Marconi Carbone di Tortona, ha preso l’avvio il progetto “Sicurezza Stradale”, un’importante iniziativa di educazione e prevenzione finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona e dedicata a tutte le classi terze dell’Istituto, che si pone come obiettivo quello di migliorare nei giovani la capacità di cogliere situazioni di difficoltà e pericolo, aiutandoli ad adottare comportamenti corretti e di autotutela.
Animatrice degli incontri è stata la Dott.ssa Simona Firpo, esperta in psicologia del traffico, che ha introdotto l’argomento presentando agli studenti i dati relativi alle più recenti statistiche in tema di sicurezza: ogni anno muoiono 1,5 milioni di persone e rimangono ferite tra i 20 e i 50 milioni di persone a causa di incidenti stradali. Queste cifre drammatiche non sembrano purtroppo destinate a diminuire nell’immediato futuro, come dichiarato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che, a fronte di esiti così allarmanti, ha promosso numerose campagne contro l’incidenza stradale. In Italia, come nel resto del mondo, i decessi per i ragazzi di età compresa fra i 15 e i 35 anni sono dovuti essenzialmente all’inesperienza e al fisico e gli incidenti stradali, in questa triste classifica, si pongono tra il 5° e il 7° posto tra le dieci più comuni cause di morte. Paradossalmente, però, l’incidentalità, nonostante i suoi imponenti “contro”, costituisce un punto di guadagno del Prodotto Interno Lordo (PIL), un guadagno scandaloso a spese dei morti e dei feriti e questo sembra in qualche modo frenare l’introduzione di tecnologie in grado di prevedere o comunque diminuire questi eventi mortali.
Nel corso dell’incontro la nostra relatrice ci ha indotti ad una riflessione critica rispetto alla percezione dei nostri limiti, in particolare quelli percettivi e riferiti al rischio. Il rischio è un calcolo delle probabilità che un evento indesiderato possa accadere e si riassume in una formula: “probabilità di accadimento dell’evento X gravità possibile del danno”.
Non esistono attività a cui non sia associato un rischio, seppur basso o minimo: ogni impiego ne possiede uno, ma la differenza sta nel modo, più o meno corretto, in cui la persona percepisce il rischio
Con l’esempio dello tsunami in Giappone del 2004, la Dott.ssa Firpo ha chiarito perfettamente il concetto: solo le tribù locali, i turisti giapponesi e poche altre persone si sono salvate dal disastro. Il motivo è che, oltre alla non-conoscenza della situazione da parte di molti turisti presenti sul luogo, il rischio non è stato percepito perfettamente, anche se il mare forniva segnali molto evidenti
In ugual modo, le persone percepiscono più rischioso un viaggio in aereo rispetto a quello in automobile, nonostante il numero di decessi causati da disastri aerei nel mondo sia relativamente basso, in un anno, rispetto a quello, enorme, per incidenti automobilistici nella sola Italia.
La Dott.ssa Firpo ha infine illustrato le quattro azioni del cervello nella percezione delle situazioni: percepire, riconoscere, decidere ed agire. Nonostante la Memoria Procedurale permetta al guidatore di fare più cose contemporaneamente, come ascoltare la musica, parlare con il passeggero e guidare, l’attenzione resta fondamentale durante l’attività di guida, poiché l’evento indesiderato, e quindi il rischio, possono presentarsi in qualsiasi momento e in caso di distrazione, i riflessi risultano molto più lenti.
Le classi sono state intensamente coinvolte nel dibattito su di un argomento che, è il caso di dirlo, è di vitale importanza per chiunque, e questo grazie alla competenza della relatrice, che è riuscita efficacemente ad interessare il suo uditorio. A lei ed alla Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona va il sentito ringraziamento di tutti noi studenti e della nostra scuola per questo indispensabile momento di riflessione e di crescita.
Luigi GRILLO – 3^AR Amministrazione, Finanza e Marketing