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Piccole Storie Tortonesi: il geometra della Beozia che non ha una vita propria


Quando abbiamo iniziato questa rubrica, l’idea, non era solo quella di raccontare delle storie vere che riguardano vicissitudini legate in qualche modo al giornale o all’informazione locale, ma dedicarci soprattutto alle persone, ai tortonesi (di Tortona o dei 40 Comuni limitrofi è lo stesso) appunto che abitano e vivono in questa zona visti da chi li conosce bene, cioé un tortonese Doc, nato a Tortona col padre tortonese.

Al tempo stesso volevamo cercare anche di fare qualcosa di ironico, rifacendoci un po’ allo stile del “Numero Unico”.

Abbiamo sempre cercato qualcosa di curioso, perché crediamo che le persone, anche le peggiori, in fondo, abbiano sempre un briciolo di intelligenza, di ironia, di quel modo di ragionare che riesce a rendere una persona antipatica, diversa – a volte –  da quel che sembra.

Purtroppo nella vita mai niente è scontato e così, nostro malgrado, oggi siamo costretti a scrivere una storia triste, perché in quest’uomo, che per anni ha rivestito un ruolo, tutto sommato, di mediocre rilievo, si fa fatica a trovare qualcosa che possa suscitare ilarità o sorriso.

Parliamo di un geometra, ovviamente non libero professionista, ma dipendente di un padrone.

L’uomo, non si sa per quale motivo oggettivo – ma credo solo ed esclusivamente per invidia – non perde occasione per scagliarsi, dai social, contro il sottoscritto sottolineando ogni minimo errore che come giornale  commettiamo – purtroppo – nella redazione di alcuni articoli (ma QUI ne spieghiamo pubblicamente il motivo) .

Ringraziamo per la pubblicità gratuita che nel bene o nel male, invoglia chi lo segue ad aprire e leggere i nostri articoli incrementando le “impression” e facendo aumentare i nostri incassi derivanti dalle pubblicità ad hoc sistemate all’interno del sito, tuttavia siccome non siamo così cinici, alcune considerazioni si pongono.

E la più importante riguarda il modo di vivere delle persone, cosa sia meglio o peggio per ogni individuo. Ragionamento sul quale il sottoscritto ci ha fatto pure un libro.

Per carità, ognuno della sua vita e del tempo a sua disposizione in questa nostra piccola esistenza, fa quello che vuole, però  perdere ore a leggersi tutti gli articoli e a cercare anche il minimo errore grammaticale, persino un apostrofo in più o in meno (e persino gli errori nei comunicati stampa delle forze dell’ordine perché lui – poverino – non è neppure in grado di distinguere un articolo originale da un comunicato) significa che nella vita non ha molto di meglio da fare, e questo – scusateci – ci fa davvero molta pena, perché se con tutte le cose belle ed interessanti che potrebbe fare si limita a sbavare di rabbia e invidia, cercando in questo modo, di mettere in cattiva luce o fare del male a chi scrive, significa che la sua vita è davvero poca cosa.

Per questo motivo abbiamo deciso di non querelarlo, ma di lasciarlo stare. Abbiamo compassione per lui e se attaccare dai social il sottoscritto può creargli qualche scheggia di felicità nella sua grigia vita di suddito del potere, che lo faccia pure, non siamo poi così cattivi come qualcuno potrebbe pensare.

Dal punto di vista umano ci spiace solo che esistano persone così, incapaci di cercare e apprezzare le cose belle della vita, ma d’altro canto cosa si può pretendere da una persona che ha il proprio profilo tempestato da sorrisi idioti con la sua faccia in primo piano che ricorda tanto un abitante della Beozia?

Angelo



 

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