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I giovani tortonesi del Marconi approfondiscono le conoscenze per salvare il patrimonio grazie anche alla Fondazione

Continuano le conferenze previste nel progetto “Beni Culturali – Cuore  dell’Umanità” che vede la collaborazione fra la Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali sezione di Tortona e l’I.I.S. Marconi di Tortona; il progetto è volto a sensibilizzare i giovani studenti nei confronti dell’incredibile e, purtroppo sempre più minacciato, patrimonio artistico e culturale del nostro paese e del nostro territorio.

Giovedì 26 aprile, presso la Sala Convegni della Fondazione CR di Tortona, prezioso partner e patrocinatore di eventi nella nostra città, le classi 2^AA, 3^AA, 2^BE, 3^AE, 3^AS, 3^AR e 4^AR hanno incontrato un relatore d’eccezione: il Presidente della Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali, dott. Paolo Giorgio Ferri, docente, magistrato ed esperto internazionale in problemi giuridici relativi alla lotta al commercio illegale di opere d’arte, nel 2007 a capo di un pool di Pubblici Ministeri delegato al perseguimento dei reati riguardanti l’integrità del patrimonio culturale italiano.  Negli anni passati il dott. Ferri ha portato avanti  importanti indagini in Europa, Asia ed America contro trafficanti d’arte internazionali, contribuendo in maniera determinante al loro arresto ed all’avvio di una più corretta politica sulle acquisizioni da parte di numerosi Musei di tutto il mondo, che si sono finalmente resi disponibili a restituire all’Italia alcune delle opere rubate in passato.

Prendendo l’avvio proprio da una delle più eclatanti inchieste che lo ha visto protagonista, quella in cui ha rappresentato il Tribunale di Roma contro Emanuel Robert Hecht e Marion True (ex curatore del Getty Museum di Los Angeles), accusati di cospirazione e gestione di un traffico illecito di oggetti archeologici di enormi proporzioni, il relatore ci ha illustrato gli aspetti giuridici di un’attività che vede coinvolti giuristi, forze dell’ordine, investigatori, mercanti d’arte, intermediari, collezionisti, restauratori più o meno titolati  e tutta una variegata compagine di criminali specializzati dotati di un’organizzazione interna ed esterna tecnologicamente avanzata e piramidale.

Purtroppo, solo negli anni tra il 1960 ed il 1990, più di un milione di preziosi reperti archeologici sono stati trafugati e rivenduti all’estero oppure reimportati attraverso il sistema delle triangolazioni, che si basa sulle barriere doganali e sulla difficoltà dei vari ordinamenti ad emanare e coordinare efficacemente una legislazione comune.  Come ci ha spiegato il dott. Ferri, che ha risposto con ricchezza di dettagli a tutte le nostre domande, è necessario che i reati contro il patrimonio d’arte e di cultura vengano riconosciuti come delitti permanenti e che, come tali, vengano considerati e perseguiti severamente.   .

Seguito dagli applausi degli intervenuti, il dott. Ferri ha poi proseguito il suo intervento presso la sede dell’I.I.S. Marconi, dove ha approfondito, con un gruppo di 10 studenti, il fenomeno dell’incremento del traffico dei beni culturali. L’informatica, in questo caso, ha costituito un importante supporto per i criminali i quali, nella maggior parte dei casi, conducono le loro  trattative via Internet.  Non di rado i reperti venduti sono frammentati ad arte, i cosiddetti “orfanelli”, per facilitarne lo smercio, oppure sono falsi o di scarso valore e questo ostacola le indagini che potrebbero  invece essere condotte per beni di maggiore importanza.  I Paesi a cui vengono detratti la maggior parte dei beni culturali sono  spesso quelli in via di sviluppo, in quanto non possiedono capacità diplomatiche di trattativa e polizia efficace.  Infine ci si è soffermati sul fatto che il contrabbando di beni non subisce flessioni dovute all’economia ma rimane nel tempo pressoché costante e costituisce, attualmente uno dei settori d’ “affari” più redditizi per la criminalità organizzata

Il concetto di difesa del patrimonio artistico e culturale degli Stati è si è sviluppato soprattutto negli anni di guerra, basti pensare alle sottrazioni operate dall’esercito napoleonico  o dal Terzo Reich, ma ancora adesso, in tempi di pace relativa, l’arte e la cultura soffrono per le violenze perpetrate in nome del profitto e del fanatismo.

I mercanti d’arte disonesti, i tombaroli, i direttori di Musei senza scrupoli che pur di arricchire le loro collezioni non esitano a compiere scempi sono criminali che “uccidono” la nostra storia, perché, citando proprio le parole del nostro relatore “i beni culturali sono un bene universale……e la loro decontestualizzazione è un danno materiale e morale irreparabile per tutti, non solo per il Paese che lo sopporta” e deve quindi essere nostra precisa e condivisa responsabilità  che il nostro patrimonio vada conservato per le future generazioni.

Mariam MAHMOUD 3^AA e Luigi GRILLO – 3^AR



 

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