Ieri la Confcommercio del Golfo Dianese, insieme agli albergatori, ha convocato un summit con i sindaci per lanciare l’allarme sulle rotture dell’acquedotto che rischiano di penalizzare la stagione turistica e i giornali si sono buttati a pesce sulla notizia.
Tra ieri e oggi tutti scrivevano le stesse cose, con interviste di ogni genere: a sindaci, commercianti, albergatori e chi ne ha più ne metta riportando pari pari le dichiarazioni dei vari protagonisti, facendo da eco all’allarme lanciato in vista dell’estate.
E’ il modo “tradizionale” di fare giornalismo, cioé sentire ciò che dicono “i potenti” e riportare le loro parole, amplificandole per far conoscere alla popolazione l’opinione di chi riveste un ruolo e conta qualcosa in questa società.
Generalmente chi adotta questo modo di fare giornalismo si limita a riportare fatti e dichiarazioni e difficilmente prende posizione in merito.
Ma come stanno realmente le cose? Si può o non si può fare qualcosa per evitare problemi nella stagione stagione turistica?
Noi che siamo giornalisti “diversi” e non ci limitiamo solo a riportare dichiarazioni, siamo andati oltre e nello spirito che contraddistingue Oggi Cronaca, siamo critici. E trasparenti.
Ci siamo informati e la situazione, purtroppo, non è delle migliori.
Hanno fatto bene Confcommercio e l’associazione Albergatori a lanciare l’allarme-acqua in vista dell’arrivo della stagione turistica, tenendo alta l’asticella su un gravissimo problema, ma le soluzioni non sono immediate e se mai arriveranno, non saranno certo per questa estate che potrebbe essere (ma speriamo di no) ancora di sofferenza.
Ma andiamo con ordine.
La soluzione più veloce, per risolvere il problema, è quella di posare un tubo sull’ex sedime ferroviario e costruire un by-pass che da Imperia raggiunga l’acquedotto dianese. Come noto, infatti, le rotture dell’acquedotto (che poi costringono a sospendere l’erogazione dell’acqua in tutto il Golfo Dianese per ore) avvengono quasi sempre nel Comune di Imperia, sull’Incompiuta o all’inizio di Diano Marina, per cui un tubo sull’ex sedime che poi si collega all’attuale acquedotto in via Torino risolverebbe il problema. I tempi per questo intervento sono stati stati calcolati in circa un mese di lavoro.
L’Amat secondo il presidente degli albergatori, Americo Pilati, ha stimato in un milione di euro la spesa necessaria per i lavori, ma nessuno ha i soldi per attuarli.
Che manchino i soldi è emerso in una recente riunione dinnanzi al Prefetto di Imperia dove sia Amat che Rivieracqua hanno dichiarato che non hanno fondi per l’intervento.
Pilati allora, ha proposto di utilizzare il mezzo milione di euro derivante dalla tassa di soggiorno.
Ottima idea, ma difficilmente attuabile. Primo perché la sottoscrizione del “Patto per il Turismo” con la Regione Liguria prevede espressamente che tassa di soggiorno venga utilizzata per arredo urbano e manifestazioni, secondo perché il mezzo milione di Euro sarà disponibile solo a dicembre 2019, mentre l’esigenza è dio attuare prima l’intervento.
Ma anche ammesso che l’idea di Pilati fosse attuabile, dove trovare il restate mezzo milione di euro?
Pilati ha indicato nel sindaco di Diano Marina, Giacomo Chiappori, l’uomo forte che potrebbe recuperare la somma, ma per stessa ammissione di Chiappori (che potete leggere in un altro articolo) i Comuni non hanno soldi.
C’è poi un altro aspetto ed è quello che riguarda la competenza dei lavori che non può essere dei Comuni ma di chi gestisce la rete idrica. I lavori, infatti dovrebbero interessare i Comuni di Imperia e Diano Marina.
Questo almeno per quanto riguarda la soluzione-tampone, cioé quella di posare un tubo sull’ex sedime da Imperia a Diano; ma ci sarebbe anche un’altra soluzione e cioé quella di andare a prendere l’acqua in provincia di Savona nell’andorese: soluzione più costosa e complicata ma sicuramente più efficace e duratura.
Anche in questo caso e forse ancora di più, i Comuni interessati sarebbero diversi, per cui dovrebbe essere Rivieracqua ad attuare l’intervento. mancano però sempre i soldi.
Cosa fare allora per risolvere il problema?
L’unica soluzione sembra essere quella proposta dal Sindaco di Diano marina, cioé andare a chiedere i soldi allo Stato.
Naturalmente non sarà facile e le speranze di ottenerli non sono molte; bisognerebbe attuare una specie di mobilitazione, con le autorità locali (Prefetto, Provincia, Comuni e altri che predispongono un documento in cui si mette in risalto la situazione palesando il rischio in vista della stagione turistica. Un documento che poi dovrebbe essere “sostenuto” dai politici locali appena eletti, nella speranza che arrivi il finanziamento dallo Stato.
Questo tuttavia non è ancora possibile, perché come noto, non abbiamo un governo, per cui, la realtà è una soltanto: l’estate 2018 sarà come quella del 2017, inutile illudersi.
Semmai sarebbe logico iniziare al lavorare affinché qualcosa, nel 2019 possa cambiare.
Angelo Bottiroli