La posizione del Vescovo sulle cooperative che si occupano dell’accoglienza ai profughi e idee chiare su quello che devono fare i migranti nel nostro Paese, cioé rispettare i nostri usi e costumi e accettare le nostre leggi.
La seconda parte del discorso che il Vescovo di Tortona Vittorio Viola ha fatto ai ragazzi del Liceo “Amaldi” di Novi Ligure è chiara e non ammette repliche, ma soprattutto è qualcosa di innovativo per un sacerdote, che non dice solo di aiutare e accettare i poveri senza se e senza ma, ma pone dei “paletti” importanti su quella che può e deve essere l’accoglienza delle popolazioni africane, ma non solo.
“Non credete – ha detto Vittorio Viola ai ragazzi del liceo Amaldi – a quelle trasmissioni che incitano all’odio verso gli immigrati, verso gli altri. Chiedetevi invece i motivi che li spingono in Italia o verso gli altri Paesi più ricchi. Non si devono erigere steccati e barriere mentre è giusto che loro rispettino i nostri usi, costumi e leggi. In Italia, poi, si accolgono male gli extracomunitari. Nominalmente a loro diamo 35 euro al giorno, in realtà li diamo quasi totalmente alle cooperative che di loro, del loro vitto ed alloggio, si devono preoccupare. Li accogliamo senza preoccuparci della loro integrazione sociale, rimangono dei clandestini.”
Tra i ragazzi presenti al Liceo Amaldi all’incontro con il Vescovo, c’è stato chi gli ha chiesto come trascorre il suo tempo libero e Monsignor Viola ha risposto che lui, di tempo libero, ne ha veramente poco ma che gli piacciono i film di azione e tutti gli sport in genere, soprattutto la bicicletta, che adora il nuoto ed il mare, ama la Sardegna. Quindi ha invitato a cercare amicizie non su facebook ma amicizie reali.
“Ci illudiamo-ha detto-di avere tanti amici tramite i social, tramite facebook ed invece siamo soli, sempre più soli. La comunicazione è andare a mangiare una pizza assieme, la comunicazione è anche litigare e fare poco dopo la pace. Con facebook inoltre impariamo ad insultare, molto spesso il dialogo su facebook è a base di insulti.
Quindi mons. Viola ha raccontato come è diventato vescovo. “Da circa trent’anni ero ad Assisi, mi ci trovavo bene. Un giorno ricevetti una telefonata da Roma con la quale mi si diceva che il Santo Padre mi avrebbe affidato una diocesi, quella di Tortona, e mi chiedeva di dare una risposta entro la mattina seguente. Come potevo dire di no avendo fatto voto di donare la mia vita al Signore con il Papa che è suo rappresentante in terra?”
Maurizio Priano