Questo che state leggendo è un articolo molto critico, un articolo di “denuncia” nei confronti della città dei tanti tortonesi abulici che a mio avviso sono, di sicuro, in numero spropositato rispetto agli altri abitanti della città.
Chi scrive è un tortonese Doc, nato 58 anni fa a Tortona che ha sempre vissuto qui. Un tortonese con una valanga di esperienze, per cui, se scrivo queste cose, lo faccio a ragion veduta e non mi importa assolutamente nulla se, dopo questo articolo, qualcuno si sentirà offeso e deciderà di non leggere più Oggi Cronaca.
Due delle prerogative di questo giornale sono la trasparenza e la sincerità, che si concretizzano nello scrivere le cose come stanno senza guardare in faccia nessuno.
E il suo direttore, cioé il sottoscritto, è uno dei pochi che può permetterselo. D’altro canto canto ci ho fatto anche un libro su questo.
I tortonesi, o meglio, la stragrande maggioranza di loro, si stanno dimostrando persone fredde, insensibili ai problemi della città e guardano solo il loro orticello, sempre pronti a criticare a destra e manca, senza però fare proposte concrete per migliorare l’ambiente cittadino e il luogo in cui vivono.
E’ quello che sembra emergere ormai da tempo immemorabile e ne ho avuto l’ennesima riprova in questi giorni quando, come direttore del giornale più letto a Tortona, ho provato in tutti i modi a stimolarli ad avanzare idee propositive per il bene comune.
La risposta dei lettori è stata praticamente nulla e i pochi commenti sono stati di natura politica.
Negli ultimi giorni dell’anno abbiamo pubblicato un’ intervista al Sindaco di Tortona dove si affrontavano i problemi della città, e anche questa ha avuto pochissimi commenti insipidi e nessuno propositivo.
Prima ancora abbiamo sollecitato enti e associazioni, abbiamo sollevato questioni, abbiamo cercato in tutti di stimolare un dibattito.
Nulla, nessun commento propositivo.
Abbiamo 250 mila visite al mese eppure i commenti, i lettori, li fanno solo in presenza di articoli di cronaca o quando veniamo tacciati di razzismo, forse perché in quei casi – come avviene adesso – scriviamo le cose come stanno e le diciamo senza pudore, né peli sulla lingua.
E siamo l’unico giornale che può permetterselo.
Spesso in presenza di alcuni articoli, i commenti su Facebook si sprecano contro il Comune o contro qualcuno: in quei casi i tortonesi sono sempre pronti a criticare Tizio e Caio ma mai a proporre qualcosa di alternativo e positivo.
E d’altro canto è sufficiente dare uno sguardo ai Gruppi Facebook che parlano di Tortona e dei tortonesi: poche adesioni per una città di 27 mila abitanti e una zona che ne conta oltre 50 mila. Pochi interventi dei cittadini: la maggior parte dei post sono quelli dei giornalisti che riempono le pagine Facebook dei gruppi postando i link dei loro articoli nella speranza di fare più visite e guadagnare (per chi ha Google Adsense) qualche decina di euro in più al mese.
Perché questo menefreghismo e distacco dai problemi collettivi?
Ho provato a dare una risposta.
Come ho scritto di recente, Tortona è costituita da cerchie.
Cerchie di potere, cerchie di amici e conoscenti che si frequentano sempre fra di loro e non frega assolutamente a nessuno di ciò che accade fuori dalla loro cerchia. Una città fatta di tanti insiemi che non si parlano, e se lo fanno, non è certo per condividere un’idea comune di città.
E chi non fa parte della cerchia viene emarginato. E non importa cos’hai da offrire: non sei accettato e basta.
Come giornalista ho raccolto una valanga di testimonianze in merito, alle quali si aggiunge una buona esperienza personale e consolidata nel tempo.
Qualcuno dirà che non tutti hanno Facebook e quindi non possono commentare o fare proposte migliorative: vero, ma esistono anche le email, wattshapp (il numero della redazione è pubblico), le email e tanti altri modi.
Potrei fare quasi un libro sull’insensibilità, il menefreghismo, l’egoismo e l’indifferenza di tanti tortonesi, talmente sono numerose le esperienze vissute in prima persona o da altri, ma preferisco fermarmi qui, gettando questo ennesimo sasso nello stagno, che probabilmente non farà nulla confermando la tesi del menefreghismo e dell’indifferenza di tante persone.
E se qualcuno non è d’accordo, tiri fuori gli attributi e lo scriva: su Facebook, per email, su whattsapp o altro. Abbia il coraggio e, per una volta, smetta di essere pecora e diventi finalmente, non dico un leone – che sarebbe impossibile – ma almeno un a persona normale che si rende conto della società in cui vive e nel suo piccolo cerca di migliorarla partecipando alla vita della città stessa con proposte concrete e fattibili.
Grazie.
Angelo Bottiroli – Direttore di Oggi Cronaca