“Un mondo migliore si costruisce anche grazie a voi, alla vostra voglia di cambiamento e alla vostra generosità. Non abbiate paura di ascoltare lo Spirito che vi suggerisce scelte audaci, non indugiate quando la coscienza vi chiede di rischiare per seguire il Maestro. Pure la Chiesa desidera mettersi in ascolto della vostra voce, della vostra sensibilità, della vostra fede; perfino dei vostri dubbi e delle vostre critiche. Fate sentire il vostro grido, lasciatelo risuonare nelle comunità e fatelo giungere ai pastori. San Benedetto raccomandava agli abati di consultare anche i giovani prima di ogni scelta importante, perché spesso è proprio al più giovane che il Signore rivela la soluzione migliore”.
È un invito accorato, quello del Santo Padre, a prendere parte attiva alla preparazione di questo XV Sinodo dei Vescovi dal tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” che sta già concentrando le forze della Chiesa mondiale in vista del prossimo ottobre.
Un Sinodo sui giovani, di indiscussa urgenza, ma anche e soprattutto un Sinodo dei giovani, alimentato quindi dalle domande e dalle proposte che gli adolescenti, in maniera trasparente, desiderano rivolgere alla Chiesa e, a maggior ragione, a chi fra loro si sente Chiesa.
Quest’anno, alla consueta “Tre Giorni Giovanissimi” di dicembre a Brusson, non potevamo farci sfuggire, come Settore Giovani di Azione Cattolica, l’occasione di mettere nelle mani di 81 ragazzi (un record di presenze per l’inverno in Casa Alpina!) dai 14 ai 18 anni, la discussione tanto auspicata da Papa Francesco. Così, fra una sciata e una pattinata, ci siamo fatti coinvolgere, grandi e piccoli, in un percorso che ha visto gioie, tristezze, speranze, angosce della nostra vita intrecciarsi con quelle della Chiesa.
Un vero lavoro di discernimento di gruppo, alla scoperta del buono da mantenere, della fragilità da rinforzare, del meglio da ricercare e del peggio da evitare come giovani e come Chiesa.
Perché il Sinodo non si esaurisce nell’Assemblea dei vescovi riuniti: lo stile sinodale (dal greco “camminare insieme”) è quello che invita la Chiesa intera, nelle sue comunità, a guardarsi attorno e all’interno, per fare insieme una fotografia del periodo storico in cui viviamo e, per i più giovani, iniziare ad accorgersi che il futuro poggia le basi sulle nostre scelte di oggi.