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Tanti danni creati da cinghiali e caprioli in provincia di Alessandria. Il bilancio in un incontro pubblico


Azioni di contenimento specie ungulati (cinghiali, caprioli e daini) e danni alle produzioni agricole: queste le tematiche affrontate durante la riunione che si è svolta oggi nella sede della Coldiretti di Alessandria alla presenza del presidente e vice presidente della Provincia Gianfranco Baldi e Federico Riboldi.

Un incontro per fare il punto della situazione, a seguito di quanto emerso al Tavolo Tecnico di martedì scorso durante il quale è stato sottolineato come cinghiali e caprioli costituiscano ormai una presenza costante sul nostro territorio provinciale e come l’affermazione della specie anche in prossimità di aree fortemente antropizzate stia provocando un forte impatto sulle attività umane diventando causa di danni alle colture agricole e un elemento di rischio per la viabilità.

“Ci sarà a breve un confronto, un’assemblea organizzata e convocata ad hoc per fronteggiare l’emergenza dettata dal proliferare di cinghiali e caprioli sul territorio provinciale – parole dette dal presidente della Provincia Gianfranco Baldi. – Mi sono già fatto portavoce di questo in Regione Piemonte e, a breve, troveremo risposte per fronteggiare e arginare il più possibile il problema”.

L’esigenza di fornire una risposta a questi problemi ha portato all’emanazione, da parte della Regione Piemonte, della L.R. 27 gennaio 2000 n. 9 con la quale, oltre a ribadire il divieto di allevamento di cinghiali per scopi venatori e di immissione sul territorio, viene anche prevista l’attuazione di piani di contenimento individuando nelle Province i soggetti preposti alla loro realizzazione e approvazione.

La Provincia di Alessandria si deve pertanto dotare di un Piano di controllo finalizzato alla riduzione della specie con il raggiungimento di un livello compatibile con le caratteristiche ambientali, le esigenze di gestione del patrimonio zootecnico, la tutela del suolo e delle produzioni zootecniche e agroforestali, la prevenzione dei rischi a persone o cose.

Ai rappresentanti delle Istituzioni il presidente provinciale Coldiretti Roberto Paravidino ha ribadito come questo “non sia il momento di gesti plateali, dei movimenti di piazza per farsi ascoltare: il grave problema del contenimento della fauna selvatica non ha bisogno di grossolane proteste ma di proposte concrete e di interventi legislativi”.

E’ prioritario mettere nero su bianco quelle che sono le priorità del mondo agricolo nei confronti di una piaga che mette a rischio raccolti, reddito e non ultima la sicurezza.

“Non portiamo avanti le attività per riscuotere indennizzi, noi siamo per un confronto che porti a risultati, questo è il compito del Tavolo Tecnico istituito dalla Provincia. – ha continuato Paravidino – Ci troviamo, infatti, di fronte ad un problema di disequilibrio tra fauna selvatica e territorio e il problema riguarda tutta la fauna selvatica, non solo i caprioli e cinghiali, anche se quest’ultimi sono aumentati in modo spropositato. Chiediamo una pianificazione faunistica dove vengano rispettati gli equilibri tra uomo e natura”.

Come Organizzazione abbiamo chiesto di attivare le Istituzioni in modo da poter risarcire le imprese rispettando i tempi previsti dalla Legge 157 e cioè entro 180 giorni dal momento della perizia tecnica.

Ciò deve avvenire in tutti gli istituti faunistici partendo in primis dalla Z.R.C. gestite dalla provincia che oggi risarcisce i danni mediamente oltre i 1000 giorni, agli ATC che vede un lasso di tempo inferiore ma, comunque sempre con una media di 500 giorni e alcune aziende faunistiche dove in gestori sono sempre molto restii a corrispondere i danni. Il fenomeno deve essere arginato in breve tempo, se così non fosse le imprese potrebbero perdere non solo il raccolto di quest’anno, ma andrebbero incontro a ripercussioni gravissime per le filiere d’eccellenza del nostro territorio”.

“Ogni giorno lavoriamo e ci battiamo nelle sedi preposte per salvaguardare imprese e reddito – ha concluso Paravidino – per questo deve essere prevista, su tutto il territorio provinciale una continua azione di monitoraggio in grado di poter finalmente ridefinire il quadro d’azione previsto”.

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