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Quale futuro per Tortona? L’analisi del Tortonese Fedele è critica e impietosa, ma non distruttiva. C’è speranza?

In questo periodo in cui la cronaca latita e molti nostri colleghi non sanno che pesci pigliare per riempire le pagine, noi come giornale più letto a Tortona, abbiamo cercato di focalizzare le attenzioni sulla situazione economica della città, partendo dalle buone iniziative culturali e dalle numerose manifestazioni organizzate dal Comune di Tortona (purtroppo non supportate da tanti enti e associazioni di categoria) e allo scopo di risvegliare le coscienze abbiamo aperto un dibattito sia sul giornale che sulla pagina Facebook.


Dibattito che si arricchisce con un valido intervento di quello che possiamo definire uno dei nostri lettori più assidui che ci scrive spesso e che – visto che vuole rimanere anonimo (ma noi sappiamo bene chi è) – abbiamo soprannominato  “Il Tortonese Fedele”.
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Direttore, nel salutarLa ed augurando alla redazione buon anno, Le chiedo di omettere il mio nome.
Ho letto la “Sua lettera aperta” ai Tortonesi e trovo il contenuto una fotografia della citta’ attendibile e credibile; purtroppo per noi.
Intanto, giusto per essere chiaro visto che ho gia’ rappresentato il mio punto di vista, vorrei ancora sottolineare il silenzio delle associazioni dei commercianti, ed il particolare di chi rilascia interviste fuori provincia ma non parla direttamente ai suoi concittadini attraverso le pagine dei media locali dando vita al dibattito senza il quale nulla si puo’ costruire e senza dimenticare che prima di pretendere occorre dimostrare di aver dato il possibile, in termini di iniziative e di collaborazione, nel corso degli anni o ultimo decennio.
Io mi chiedo da anni; cosa sarebbe Tortona oggi senza la Fondazione, nella sua attivita’ a 360 gradi da sempre, e la Chiesa soprattutto in questi ultimi anni?  Il Comune?  Ha dato segnali di importante risveglio ma pretendere che si risollevino le sorti del lavoro e del commercio, e ritengo poco importante il colore politico dell’amministrazione, in meno di un decennio almeno sia pura utopia. Sarebbe interessante se ci si assumesse la responsabilita’ di dire chiaramente, senza pensare ai mandati elettorali, “veniamo da, siamo arrivati a ed andiamo verso……..”
Gli industriali?  C’era la Tortona industriale del periodo post bellico ed ora? Lo dicano per l’appunto gli industriali con una disamina sullo stato attuale del tessuto locale; del tipo “avevamo, abbiamo, avremo………….” 
 
Cosa potrebbero fare le Forze dell’ordine, tutte insieme, per portare le informazioni laddove non arrivano e contribuire ad una maggiore consapevolezza dei propri concittadini in tema di sicurezza?  Tema sul quale ho gia’ scritto e del quale si parla molto, di sicurezza naturalmente non di cio’ che scrivo io, ma di iniziative, gia’ aviate in altre province da tempo, non ne vedo. Manca la volonta’?  Ostacoli “politici”?  
 
Ci si confronti,  facendo un passo indietro per avere una prospettiva piu’ larga, con una sana autocritica, ma anche di critica naturalmente, perche’ addossare solo a chi amministra, sia in campo civile che religioso, tutte le responsabilita’ e’ fin troppo facile pur in presenza di un errore gravissimo come quello dell’ospedale. L’errore degli errori lo potremmo definire. Errore che viene si da lontano ma le amministrazioni locali degli ultimi 15 anni non hanno certo dimostrato, a mio parere, ne lungimiranza nelle strategie ne forza nelle iniziative concrete salvo le presenze con la fascia tricolore a Torino ed in zona dei sindaci Come dire: apparenza tanta ma concretezza…………………. quasi zero.  
E se imparassimo dall’oltrepo?  E gia’, ma li e’ tutta un’altra storia soprattutto di peso politico dei suoi rappresentanti. Inutile ritornarci sopra.
 
Cordialita’.
Il Tortonese Fedele
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