Arrivano i primi commenti sul problema del Commercio Tortonese, ennesima questione sollevata dal nostro giornale che cerca di stimolare il dibattito locale mentre gli altri organi i di informazioni si limitano quasi esclusivamente a fornire notizie senza entrare nel cuore dei problemi.


Pubblichiamo di seguito, quindi, un’altra interessante analisi sulla situazione del Commercio a Tortona
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Con il periodo dei saldi invernali che si avvia verso la chiusura, il tempo dei bilanci e’ arrivato.

Lei ha sottolineato aspetti specifici legati al commercio locale che fotografano una realta’ comune non solo a Tortona ma in concreto simile anche in un panorama piu’ ampio.
Il commercio e’ cambiato e  non sapersi adattare ai cambiamenti pone alcune realta’ “fuori mercato”; e cio’ non e’ colpa della crisi o dei Comuni ecc.  Il cambiamento va affrontato; a tal proposito ricordo un libro (parabola, favola) di Spencer Jhonson – chi ha spostato il mio formaggio – che nell’ambito di una profonda riorganizzazione bancaria  era stato il mio personale documento privilegiato nei colloqui con i colleghi che si trovavano ad affrontare il loro stesso cambiamento.
Le associazioni dei commercianti puntano il dito contro il comune, la grande distribuzione ecc. ma io chiedo: quali iniziative i commercianti hanno avviato o avvieranno per far fronte a questi cambiamenti?  O attendono sempre che siano gli altri ad adeguarsi ad un mondo, quello del commercio, che e’ cambiato da almeno un decennio.
Sono cambiati gli orari di apertura e chiusura, la concorrenza in termini di prezzi e’, oserei dire, feroce cosi’ pure e’ cambiato da anni il modo di gestire il Cliente.   Io fossi un commerciante assumerei addetti alle vendite che abbiano almeno frequentato corsi di formazione focalizzati alla “gestione del Cliente”; o si aspettano che il Cliente si adatti alla filosofia del negozio?   Parliamoci chiaro: gli stessi articoli, di gran marca o meno, li trovo a Tortona ma anche in qualunque altra cittadina per cui va da se che acquistero’ dove sono “gestito meglio”.  Mi si puo’ dar torto?
Faccio un esempio di anni orsono che poca attinenza ha con il commercio ma ne ha molta per quanto riguarda la gestione del Cliente: un volo aereo in ritardo aveva fatto perdere coincidenze importanti a passeggeri di alcune compagnie, una italiana ed una tedesca, col risultato che tutti si accalcavano per chiedere informazioni. Una compagnia rispondeva “non abbiamo informazioni precise occorre aspettare” mentre l’altra fece intervenire un responsabile che esordi’ con “sono qui per risolvere i vostri problemi, accomodatevi in questa sala”.   La sopravvivenza di una compagnia rispetto all’altra non dipende solo da questo ma  dice solo chiaramente che la capacita’ nell’affrontare il problema era piu’ professionale nella seconda piuttosto che nella prima compagnia.  Probabilmente occorreva attendere in ogni caso, ma l’approccio e’ stato determinante per stemperare la tensione. Gli addetti di una compagnia non erano preparati in tema di problem solving  mentre l’altra compagnia aveva dimostrato di essere efficace per quell’aspetto.
Aspetto marginale?  Oggi, veramente da almeno 20 anni, le aziende, dalla piu’ piccola alla piu’ grande, per rimanere “al passo con i cambiamenti” investono cifre importanti nella formazione del personale; soprattutto quando le risorse sono a diretto contatto con il Pubblico/Cliente.
Io trovo che il Comune di Tortona investa molto sulla cultura in generale e gli spettacoli teatrali in particolare, ed anche la Chiesa fa molto al riguardo, con un ritorno di immagine senz’altro positivo; ne parlano anche fuori provincia. Domanda;  le associazioni dei commercianti sono preparate a gestire questo afflusso  spontaneo proveniente da fuori Tortona?   La risposta alle associazioni dei commercianti.
Il Tortonese Fedele