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A Tortona Casa Sironi ritorna a vivere grazie alla Fondazione che realizza un luogo carico di storia

Si chiama Casa Sironi ed è un immobile storico nel cuore di Tortona di indubbio valore architettonico. E’ stato recentemente recuperato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, ma per far capire a tutti i lettori di cosa si tratta abbiamo deciso di intervistare il presidente della Fondazione, Dante Davio.

Dante Davio

Tra i progetti in dirittura d’arrivo c’è Casa Sironi. Per chi non sa cosa sia, vuoi spiegarci brevemente dove si trova e lo scopo di questo intervento?

Chi, transitando sotto i portici di Tortona, non è mai stato colto dalla curiosità di porre lo sguardo al di là del muro di cinta della casa posta all’imbocco di Via Calcinara o di varcare la soglia di quel caratteristico portoncino grigio? Sicuramente in molti.

Al momento dell’acquisto da parte della Fondazione dell’immobile posto nel cuore del centro storico di Tortona, avevamo promesso ai Fratelli Franca e Fernando Sironi di ridare vita ad un luogo così carico di storia e di vita e di lasciare nella memoria della città una traccia di una Famiglia e di due persone a loro modo speciali.

Siamo certi che Franca e Fernando sarebbero contenti dell’impegno e della passione che la Fondazione ha profuso per realizzare una struttura a disposizione del pubblico per la ricezione extra alberghiera e in grado di ricordarli attraverso immagini, oggetti e atmosfere di un tempo ormai lontano.

Credo che Tortona avesse bisogno di un “biglietto da visita” così affascinante.

 

Quindi casa Sironi rientra nell’ambito di valorizzazione del territorio anche a scopo turistico. Credi che Tortona possa valorizzare di più il suo patrimonio? E in che modo?

La Casa della Seteria Sironi è un luogo della memoria, del fascino, ma, come appena sottolineato, un luogo di promozione del territorio.

La Fondazione sta lavorando da anni in questa direzione, credo sempre sul binario dell’eccellenza.

La Pinacoteca, divenuta oggi il Museo del Divisionismo, il supporto al sistema museale di Volpedo, il sostegno importante alla realizzazione del Museo Diocesano, l’impegno all’allestimento della Sezione Archeologica di Palazzo Guidobono, il Museo Sarina in via di realizzazione, vedono o hanno visto la Fondazione quale prima attrice.

Ora dobbiamo fare sistema e proporci all’industria del turismo con un pacchetto culturale, gastronomico e paesaggistico attrattivo per cercare di raccogliere, anche a livello economico e occupazionale e non solo culturale, i risultati per cui si è lavorato in questi anni.

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