Certo che la fantasia di certe persone o meglio, la non conoscenza delle leggi (o il pressapochismo?) di certuni, che pur di sparare sui dipendenti pubblici affermano qualsiasi cosa, lascia davvero di stucco.
Ci riferiamo ad una delibera apparsa all’Albo pretorio del Comune di Diano Marina dalla quale risulta che a un dipendente di 47 anni – di cui ovviamente non si fa il nome per la legge sulla privacy – sono stati decurtati 25 euro per 2 ore e mezzo di “assenze ingiustificate”.
Delibera che noi abbiamo volutamente ignorato ma che ha stuzzicato la polemica: qualcuno, infatti, si è subito scagliato affermando che si tratta di un “dormiglione” che non aveva voglia di venire a lavorare, gettando fango sui dipendenti pubblici e, ignorando la normativa che disciplina il comportamento degli stessi dipendenti pubblici, perché se anche così fosse stato, al dipendente “dormiglione” non sarebbe costato nulla recuperare le 2 ore e mezzo entro il mese successivo dal ritardo, fermandosi, anche 5 minuti al giorno oltre l’orario di lavoro ed evitando così di vedersi decurtato lo stipendio.
La legge glielo consente e sarebbe stato in regola.
Capita molto di rado, infatti, che un dipendente pubblico si veda decurtato di una parte dello stipendio per ritardi ingiustificati che in realtà può recuperare come e quando vuole, perché – come noto – i dipendenti pubblici hanno l’orario elastico e possono fermarsi a recuperare eventuali ritardi già nell’arco della stessa giornata per cui se un dipendente si “addormenta” può fermarsi a recuperare il tempo perso nell’ambito della flessibilità dell’orario e in via eccezionale anche oltre e non succede nulla.
Quando al dipendente pubblico viene decurtato lo stipendio, come in questi casi, è perché – evidentemente -è stato costretto a prolungate assenze o più verosimilmente a permessi durante l’orario di lavoro che non è riuscito a recuperare neanche il mese successivo.
E quando questo capita, coincide generalmente con gravi problemi familiari.