Non solo disagi per la mancanza di acqua dovuta alle frequenti rotture avvenute nelle ultime settimane all’acquedotto del Roja.
La sospensione dell’acqua potabile per molte ore subita dai circa 14 mila abitanti del Golfo Dianese rimasti all’asciutto, infatti, hanno anche provocato un danno di altra natura.
La storia, accaduta tre settimane fa, e purtroppo ben lungi dall’essere risolta, merita di essere raccontata e riguarda una nostra lettrice residente a Cervo.
Patrizia (questo è il suo nome) si è alzata presto, è andata in bagno e si è lavata, poi ha continuato i lavori di casa, ignara che nel frattempo l’Amat aveva sospeso l’erogazione dell’acqua potabile a causa di un guasto.
La donna, intenta ad effettuare altri lavori non se n’è accorta, fino a quando in tutta la casa si è diffuso un forte odore di bruciato proveniente dalla lavastoviglie che, rimasta improvvisamente senz’acqua, si è irrimediabilmente rotta.
“Nessuno mi aveva avvisato che era stata tolta l’acqua potabile all’improvviso e senza alcuna comunicazione alla popolazione – dice la nostra lettrice – così ho deciso di rivolgermi al responsabile per chiedere i danni o almeno che mi venisse sostituita (se non si può riparare) la lavastoviglie.”
Un danno da poche centinaia di euro, cioé una bazzecola per chi muove decine di milioni all’anno come le società che gestiscono un acquedotto, e un danno che può essere risarcito con una semplice polizza assicurativa che qualsiasi azienda potrebbe avere, ma purtroppo le cose semplici in Italia non esistono e così per la nostra lettrice è iniziato un vero e proprio calvario e un palleggio di responsabilità tra Amat e Rivieracqua degno dei migliori copioni.
Ma lasciamo che sia lei a raccontarci cos’è successo.
“Il fatto si è verificato sabato 4 novembre – racconta Patrizia e ho subito telefonato all’Amat. Un tecnico mi ha detto che stavano riparando il tubo dell’acquedotto e che avrei dovuto ritelefonare lunedì all’ufficio preposto. L’ho fatto e all’Amat mi hanno risposto che la responsabilità del guasto della lavastoviglie era da attribuire a Rivieracqua. Il giorno dopo ho chiamato Rivieracqua ed ho spiegato loro l’accaduto. Mi hanno detto che dovevo rivolgermi all’Amat. Ho atto presente che era stata la stessa Amat a dirmi di rivolgermi loro ma non c’è stato nulla da fare: nessuna delle due aziende si vuole prendere la responsabilità e men che meno risarcirmi. Premetto che non chiedo denaro, ma voglio solo avere una lavastoviglie funzionante com’era la mia prima che togliessero l’acqua senza avvisare la popolazione e non interessa sia nuova o super accessoriata, desidero solo che funzioni. Tutti però si sono palleggiati la responsabilità in uno scaricabarile da una società all’altra.”
Ma oltre al danno arriva anche la beffa: “Ho richiamato nuovamente l’Amat – aggiunge la nostra lettrice – e mi hanno risposto che loro avevano avvisato i comuni e i giornali con una nota stampa. A parte il fatto che il sabato mattina molti comuni sono chiusi e anche i giornali online non sempre riescono a dare la notizia in anticipo rispetto alla chiusura dell’acquedotto, una persona non può mica collegarsi 24 ore su 24 ad un sito online!”
Inutile raccontare l’odissea delle telefonate e il tempo perso dalla nostra lettrice che da tre settimane lava i piatti a mano.
“Non si tratta del denaro – conclude – ma di una questione di principio e di giustizia: ho subito un danno non dipendente dalla mia volontà, il responsabile deve pagare e siccome sembra che nessuno sia disposto ad assumersi la paternità di questa situazione ho deciso di informare “Striscia la notizia” e di raccontare loro l’accaduto.”
Gli inviati di Striscia hanno già risposto preannunciando un possibile arrivo in provincia di Imperia nelle prossime settimane.
A loro Patrizia racconterà cosa succede nel terzo millennio ai 14 mila abitanti del Golfo Dianese, costretti a rimanere per ore senz’acqua potabile e non per causa loro, ma perché ad Imperia – e non nel comune dove abitano, quindi – si rompe un tubo dell’acqua. E si rompe in maniera così frequente che la situazione per Patrizia, merita veramente di salire agli onori della cronaca nazionale.