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Non si può morire ucciso nei boschi come Roberto Viale: caccia e raccolta funghi (o castagne) non possono convivere

In altra parte del giornale potete leggere la cronaca di quanto avvenuto domenica pomeriggio in provincia di Savona dove il dianese Roberto Viale di 58 anni, titolare dell’agenzia di pratiche automobiliste a Diano Marina, ma conosciuto in tutto il Golfo Dianese, è stato inavvertitamente ucciso da un cacciatore di 25 anni  che sparava ai cinghiali, sotto gli occhi della dona che amava e che l’ha visto morire lentamente fra le sue braccia.

Purtroppo non è il primo e non sarà l’ultimo incidente di caccia. Non diciamo che la caccia va abolita: conosciamo i danni che provocano i cinghiali e non entriamo nel merito se sia un cosa etica o meno, però la vita umana deve essere tutelata.

Non è possibile che nello stesso periodo dell’anno persone armate (cacciatori) sparano agli animali ed altre disarmate (cercatori di funghi o raccoglitori di castagne)  frequentino gli stessi luoghi, alle stesse ore.

Quello che non funziona, a parere nostro  è questa commistione di soggetti nello stesso luogo.

Il sistema è sbagliato e se è sbagliato si può intervenire.
La caccia, come la raccolta funghi o castagne è competenza regionale: i nostri politici possono e devono intervenire per fare in modo che episodi come questi non abbiano più a verificarsi.

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