A causa dei danni provocati dai cinghiali, gli agricoltori liguri, i viticoltori in particolare, hanno già registrato una grave perdita del prodotto raccolto rispetto a quello dell’anno scorso.
Noi avevamo previsto modifiche alla legge sull’attività venatoria anche perché conosciamo il territorio e, in particolare, le problematiche dovute a questo tipo di ungulati. Tuttavia, la Corte Costituzionale ha annullato alcuni nostri provvedimenti. Anziché difendere i nostri agricoltori, il M5S all’epoca aveva votato contro e quindi ha esultato, strumentalizzando politicamente la decisione della Consulta con assurdi attacchi al provvedimento di buonsenso della maggioranza. Il comportamento dei pentastellati appare sempre più schizofrenico perché a parole stanno con le aziende e i lavoratori del territorio, ma coi fatti dimostrano l’opposto.
In realtà, la politica dell’opposizione e la decisione della Consulta hanno avuto tangibili conseguenze negative sulle attività agricole della Liguria.
Nella nostra regione ci sono moltissime colture estensive. Ciò significa che se anche la Regione Liguria concede contributi ad aziende e privati a tutela della loro attività, risulta obiettivamente molto difficile, se non praticamente impossibile, da parte degli stessi, proteggere con recinzioni elettriche interi campi e vigneti che hanno notevoli estensioni.
Con uno specifico articolo di legge, intendevamo quindi andare incontro alle esigenze del mondo agricolo ligure estendendo la possibilità, laddove necessario, di organizzare l’abbattimento selettivo dei cinghiali. Sia per evitare un pericolo alla cittadinanza, sia per contenere i notevoli danni economici al settore. Danni che, in questi giorni, sono stati puntualmente registrati con preoccupazione dagli agricoltori.
Non corrisponde al vero, come sostengono alcuni animalisti, che i cinghiali muoiano di sete e nemmeno che il loro numero sia diminuito. Anzi, semmai è aumentato a dismisura e la siccità ha accentuato la problematica dei danni perché questi selvatici si avvicinano sempre più verso i coltivi, come vigneti, oliveti, frutteti ed altro, distruggendo colture ed impianti.
Se la Consulta avesse lasciato il via libera alle modifiche della legge regionale con l’ok all’abbattimento selettivo dei cinghiali, sicuramente la raccolta di uva, olive, frutta ed altro, non avrebbe subìto i danni che oggi lamentano gli agricoltori. Chi sta su una poltrona a Roma non può conoscere il territorio come chi, con sacrifici e duro lavoro, fatica tutto l’anno per ottenere il prodotto. Pertanto, prima di annullare provvedimenti di buon senso e dare ascolto a chi, come il M5S, strumentalizza ogni cosa a fini politici, si sarebbe dovuto quantomeno recepire le istanze degli agricoltori e la relativa proposta di legge di Regione Liguria.
Alla luce di tutto ciò, risulta sempre più importante, dal punto di vista economico ed ambientale, l’attività venatoria svolta sul territorio. Infatti per fortuna oggi sempre più cittadini riconoscono il giusto ruolo dei cacciatori”.
Alessandro Piana, capogruppo regionale Lega Nord Liguria