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Da Milano per spacciare droga nel casalese, due marocchini nei guai


Lo scorso giugno, la Polizia di Casale Monferrato ha deferito all’Autorità Giudiziaria 2 giovani extracomunitari di origine marocchina, A.E. di 29 anni ed N.E. di 31 anni, entrambi dimoranti nell’hinterland milanese, ritenuti responsabili in concorso fra loro del reato di detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio.

Nel mese in esame, personale della locale Squadra Investigativa apprendeva che nella zona compresa fra frazione Terranova e il ponte fluviale del Sesia, in corrispondenza di alcuni “campi”, si erano insidiati alcuni magrebini dediti allo spaccio di droga.

Il dirigente del Commissariato di Polizia di Casale Monferrato, Vice Questore Domenico Lopane, disponeva quindi una attività di monitoraggio ed appostamento che dava i suoi frutti.

Infatti, dopo alcuni servizi effettuati nei luoghi di interesse, avendo monitorato un via vai di persone note all’ufficio come assuntori di sostanze stupefacenti, trovato parziale riscontro di quanto riferito, i poliziotti effettuavano un intervento coordinato con personale della Squadra Volante.

Anche mediante ricorso a strumenti tecnologici, gli investigatori avevano esaminato le mappe del territorio, circostanziando la zona di massima in cui era probabile la presenza degli spacciatori e pertanto giungevano sul luogo di interesse chiudendo tutte le ipotetiche vie di fuga.

In territorio pavese, in corrispondenza del fiume Sesia, al di sotto del ponte stradale, gli operatori di polizia rintracciavano i due giovani sopra citati e, dopo essersi qualificati tentavano di procedere all’immediato controllo; i due, vistisi braccati cercavano di darsi alla fuga gettandosi nel fiume ma erano repentinamente bloccati e riportati a riva.

Nel corso della perquisizione personale erano rivenuti indosso agli stessi sia strumenti atti all’illecita attività che la somma di denaro in contanti, suddivisi in banconote di piccolo taglio, chiaro provento dello spaccio.

Nell’immediato non era reperita sostanza stupefacente ma, poiché gli investigatori erano a conoscenza del “modus operandi” dei soggetti adusi allo smercio in zone di aperta campagna, con l’occultamento della sostanza stupefacente in luoghi circostanti, era fatta intervenire in loco nr. 1 unità cinofila che, dopo aver eseguito un accurato sopralluogo rinveniva, nascosta sotto un cumulo di terra celato da un arbusto, nr. 4 confezioni in cellophane trasparente contenenti complessivamente gr. 12 di eroina.

In questi uffici la droga, il denaro provento dello spaccio ed il materiale ad esso collegato, erano sottoposti a sequestro.

Accertato quanto sopra gli investigatori del Commissariato di P.S. recuperava anche il veicolo in uso ai due soggetti che a seguito di analisi da parte della su indicata unità cinofila, consentiva di accertare la presenza di numerose tracce legate al trasporto di imprecisate quantità di droga.

L’autovettura in questione risultava di proprietà di tale B.A.I., di anni 30, proveniente anch’esso dal capoluogo lombardo, intestatario di altri 300 e più veicoli, da ritenersi c.d. “prestanome”; per tale motivo il mezzo era sottoposto a sequestro ed il proprietario denunciato per favoreggiamento personale.

 

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