I Carabinieri della Stazione di Valenza, al termine di diverse indagini, hanno denunciato in più circostanze due persone per furto e ricettazione. In particolare, i militari hanno denunciato due uomini, un cittadino italiano di 52 anni residente in provincia di Alessandria, pluripregiudicato, e un cittadino rumeno di 31 anni, residente in provincia di Vercelli e pluripregiudicato, per il furto aggravato di una cassaforte avvenuto in un laboratorio orafo di Valenza la sera dell’11 gennaio di quest’anno.
Quella sera il titolare del laboratorio orafo era stato chiamato dai condomini che lo avevano avvisato del furto avvenuto presso la sua ditta e, giunto sul posto, aveva trovato la porta del locale aperta e i locali interamente a soqquadro, dai quali era sparita una cassaforte contenente numerosi oggetti in oro di cui era il possesso per delle lavorazioni da effettuare per diversi clienti, del valore di alcune decine di migliaia di euro. I militari trovavano anche il cancello del condominio scardinato e dalle testimonianze di alcuni condomini si accertava che più persone avevano notato nel cortile un furgone e un’auto sospetti, di cui avevano anche fornito dei particolari molto precisi tra i quali la targa del furgone, poi risultato rubato, che in effetti era stata immortalato proprio quella sera anche dalle telecamere di sorveglianza della zona.
Le successive indagini e le individuazioni fotografiche, eseguite dai militari di Valenza mostrando alcune foto dei sospettati del furto ai testimoni che avevano visto delle persone nel palazzo la sera del furto e la sera precedente, permettevano di individuare l’italiano 52enne come l’ideatore del furto e il rumeno 31enne come uno dei materiali esecutori del reato. Sono in corso ulteriori indagini per individuare altri due materiali esecutori del furto. Inoltre, il 52enne italiano pochi giorni dopo, ovvero la mattina del 26 gennaio di quest’anno, intorno alle 10.00, era stato sorpreso da una pattuglia dei CC di Valenza in piazza Gramsci mentre usciva da una gioielleria e si avvicinava a un’auto e, alla vista dei militari, apriva uno sportello, lanciava qualcosa all’interno e si allontanava verso viale Oliva.
Quando i militari si avvicinavano a lui per controllarlo, si chinava e gettava un pacchetto sotto un’auto. I militari recuperavano il pacchetto e all’interno trovavano cinque gioielli in oro e diamanti marchiati Pasquale Bruni, il cui valore era di diverse decine di migliaia di euro. L’uomo veniva subito perquisito e venivano rinvenuti sulla sua persona orecchini e numerosi diamanti, nonché la somma di 3800 euro in contanti. Sulla sua auto venivano invece rinvenuti undici orologi, gioielli in oro e diamanti tra cui anelli, collane, bracciali, orecchini. Ovviamente, ipotizzando la provenienza furtiva di tutta la merce, i militari cominciavano a cercare sulle banche dati gli oggetti rubati, scoprendo che i cinque pezzi marchiati Pasquale Bruni e tre degli orologi rinvenuti erano provenienti da un furto commesso il 30 dicembre 2016 in provincia di Varese nella casa di una donna.
Contattata e fatta giungere a Valenza, la donna riconosceva senza nessun dubbio i suoi preziosi, dei quali portava garanzie e foto a conferma della proprietà degli oggetti. Tutti i gioielli e gli orologi, del valore complessivo di oltre 120.000 euro, i soldi e i cellulari venivano sequestrati per la prosecuzione delle indagini al fine di individuare i proprietari i beni e per la restituzione di quanto già riconosciuto dalla vittima del furto scoperto. Il 52enne in quella occasione era stato invece denunciato all’Autorità Giudiziaria per ricettazione. Ma il 52enne veniva coinvolto anche in un’altra indagine perché quando era stato sorpreso il 26 gennaio con i preziosi rubati, veniva trovato in possesso di numerosi telefoni cellulari e i militari li avevano sequestrati, controllando sugli stessi i contatti telefonici avuti dall’uomo e le fotografie che aveva nelle gallerie fotografiche. I militari trovavano numerose fotografie di oggetti in oro, orologi e monete in oro e accertavano che almeno altri tre orologi, rubati sempre alla donna della provincia di Varese, erano stati oggetto di compravendita tra il 52enne e altre persone, perché vi erano diverse conversazioni che mostravano come avesse tentato di vendere i tre orologi di valore. Inoltre, i militari trovavano su un suo telefono diverse immagini di due monete da 100 lire, entrambe in oro e raffiguranti le effigi di Vittorio Emanuele II e Carlo Alberto. Quelle foto erano state scattate nella giornata del 19 gennaio di quest’anno e, dai successivi accertamenti eseguiti, le monete erano state rubate proprio la mattina del 19 gennaio ad Alessandria.
Quel giorno il proprietario delle due monete, residente nel quartiere Pista, era uscito di casa alle 06.00 per recarsi a Milano ed era salito sulla sua auto. A poche centinaia di metri dalla sua abitazione veniva fermato per strada da due persone che vestivano una divisa molto simile a quella dei carabinieri, i quali gli intimavano l’alt con una paletta. Credendo di trovarsi davanti a dei veri carabinieri, si fermava e, a precise domande, rispondeva di possedere numerose monete da collezione e la relativa documentazione. I due finti carabinieri, che dicevano di trovarsi nella zona perché si erano verificati numerosi furti, chiedevano all’uomo di portarli a casa sua per vedere la relativa documentazione delle monete e le stesse monete da collezione in suo possesso. I due finti carabinieri, dopo avere visto tutto il materiale, dicevano quindi di dover portare via tutto per fare degli accertamenti sulla regolarità del possesso e della documentazione, assicurando che avrebbero restituito tutto al più presto. Dicevano anche all’uomo di andare presso la caserma dei carabinieri di Alessandria che li avrebbe trovati ad attenderlo, ma quando giungeva in caserma scopriva di essere stato vittima di un furto da parte di due finti carabinieri e per tale motivo presentava subito la sua denuncia. I militari di Valenza quindi contattavano la vittima venendo a sapere che i giorni precedenti al furto aveva avuto numerosi contatti e incontri proprio con il 52enne, che quindi conosceva molto bene le abitudini del derubato. Il 52enne, che aveva quindi avuto il possesso delle due monete d’oro rubate alle quali aveva scattato le foto, veniva quindi denunciato all’Autorità Giudiziaria per ricettazione.