Grandi virtuosismi sotto le stelle. Sul magico “palcoscenico” dei Corallini torna – attesissimo – Uto Ughi, ospite privilegiato del borgo, violinista tra i più noti ed apprezzati della nostra epoca.
Dopo la serata trionfale del luglio 2015, con la piazza e la scalinata di San Giovanni Battista gremiti di pubblico osannante, l’artista si prepara ad inaugurare l’estate musicale cervese.
Venerdì 14 luglio – ore 21.30 – sul Sagrato dei Corallini Uto Ughi apre il 54 Festival di Musica da Camera di Cervo all’insegna del virtuosismo assoluto, con pagine celeberrime del repertorio violinistico di tutti i tempi. Accanto a lui, al pianoforte, il pianista genovese Andrea Bacchetti: un duo straordinario, che ha dimostrato già in molteplici occasioni grande affiatamento e raffinatezza interpretativa.
PROGRAMMA:
- A. Vitali Ciaccona in sol minore per violino e pianoforte
L.V. Beethoven Sonata per violino e pianoforte in Fa maggiore, Op. 24 “Primavera”
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- Saint Saens Havanaise per violino e pianoforte, Op. 84
- Wienawsky Polonaise de concert per violino e pianoforte, Op. 4
- De Sarasate Carmen Fantasy per violino e pianoforte
Il concerto sarà preceduto da una guida all’ascolto – dalle 20.30 alle 20.45 – a cura di giovani dell’Associazione San Giorgio Musica.
La ciaccona è una danza di origine spagnola o forse latino-americana, diffusa in tutta Europa nei secoli XVII e XVIII; successivamente fu introdotta – “stilizzata” – all’interno della suite strumentale (celeberrima la Ciaccona inserita nella seconda Partita per violino solo di Bach). Questa Ciaccona, composizione di robusta personalità e solidissima tecnica, è una sorta di meditazione “a solo” , al principio molto lineare, ma che, gradualmente, si complica sempre di più, sia dal punto di vista strutturale che espressivo, con virtuosismi e tratti di ampio e intenso lirismo.
Pubblicata nel 1800 con dedica al conte Moritz von Fries, uno dei principali mecenati di Beethoven, la Sonata n. 5 op. 24 è una delle composizioni cameristiche più note, apprezzate ed eseguite, grazie al suo spirito allegro ed alla estrema cantabilità; è nota come “La Primavera”, soprannome aggiunto dall’editore viennese all’atto della pubblicazione. Ma pur risultando quasi “mozartiana” per la sua luminosità e chiarezza, è tuttavia un’opera in cui si ritrovano anche i tratti peculiari di Beethoven, prima fra tutti la tensione nel contrasto tematico e timbrico. Dal punto di vista strutturale, la novità sta nella suddivisione, in quattro tempi invece che nei tre consueti: ampie dimensioni per i due movimenti estremi, un Adagio un incantevole Scherzo, di sorprendente brevità, una sorta di anticipazione dello stile più tardo delle bagatelle per pianoforte.
L’Havanaise fu composta nel 1887. Concepita in origine per violino concertante e orchestra, l’opera rivela una classicità di scrittura ed il nitore della forma caratteristici di Saint-Saëns, uniti al suo gusto per le atmosfere ironiche e piccanti e per l’eleganza e la sinuosità tutta francese della linea melodica.
Stile zingaresco e accesi virtuosismi legano infine la Polonaise de concert di Henryk Wienawski e la celeberrima Carmen Fantasy di Pablo De Sarasate su temi di Bizet, eseguita, sempre, dai più grandi violinisti. Brano che richiede una solida preparazione tecnica, è pagina trascinante e appassionata, giocata su virtuosismi in stile “paganiniano”, sia per la mano sinistra che per la gestione dell’arco: vere e proprie acrobazie “funamboliche” sullo strumento.
Uto Ughi, uno dei massimi violinisti del nostro tempo, è tuttora tra gli interpreti più amati dal pubblico, e tra gli artisti più fedeli frequentatori, in questi cinquant’anni, del sagrato dei Corallini. Erede delle grandi scuole violinistiche italiane, ha mostrato uno straordinario talento fin dall’infanzia: e la sua carriera non ha avuto mai soste. Ughi non limita i suoi interessi alla musica, è molto impegnato anche nella salvaguardia del patrimonio artistico nazionale. Ha fondato il festival “Omaggio a Venezia”, al fine di raccogliere fondi per il restauro dei monumenti della città lagunare. Il 4 settembre 1997 il Presidente della Repubblica lo ha nominato Cavaliere di Gran Croce per i suoi meriti artistici. Intensa la sua attività discografica con la BMG Ricordi. Ughi si è cimentato anche nell’editoria, con il libro autobiografico “Quel Diavolo di un Trillo – note della mia vita”, edito da Einaudi nel 2013.
L’artista possiede due capolavori della liuteria italiana: lo Stradivari “Kreutzer” del 1701, appartenuto al violinista francese Rodolphe Kreutzer, cui Beethoven dedicò un’altra celeberrima sonata, e un Guarneri del Gesù del 1744, dal timbro caldo e scuro, forse uno dei più bei “Guarneri” esistenti.
Andrea Bacchetti. Nato nel 1977, è uno dei più interessanti pianisti della nuova generazione. Giovanissimo ha raccolto i consigli di Von Karajan, Magaloff, Berio, Horszowski, Siciliani. Debutta a 11 anni a Milano nella Sala Verdi con i Solisti Veneti diretti da Claudio Scimone. Da allora si esibisce nei più importanti Festival internazionali (Lucerna, Salisburgo, Belgrado, Lugano, Sapporo, Roma). In Italia è ospite delle maggiori orchestre ed enti lirici, e di tutte le più importanti associazioni concertistiche.
Incide in esclusiva per Sony Classical e fra la sua ampia discografia sono da ricordare il SACD con le sonate di Cherubini, “The Scarlatti Restored Manuscript” (RCA Red Seal). Di Bach le “Invenzioni e Sinfonie” (CD del mese, settembre 2009, “BBC Music Magazine”). Si dedica con passione alla musica da camera. Proficue le collaborazioni: oltre a Uto Ughi, con partner disparati come Rocco Filippini, il Prazak Quartet, Quatour Ysaye. Compositori come Vacchi, Boccadoro, Del Corno – fra gli altri – gli hanno dedicato brani appositamente composti.