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Il Corpus Domini a Villa Viani celebrato la sera dal 17 giugno con particolare solennità


Infiorate in ogni dove e infiorate celebri…con una ricaduta turistica di rilievo per la Liguria occidentale. Però la pia tradizione del Corpus Domini, celebrazione che assume valore centrale dalla Riforma Cattolica in avanti, è patrimonio anche e soprattutto delle piccole Comunità, là dove forse arriva il viaggiatore e non il turista (c’è differenza…). Non a caso a Villa Viani, il piccolo centro della valle Agazza, marginale alla valle Impero, c’è stato movimento già alcuni giorni prima della celebrazioni: c’è chi esce con il decespugliatore e in piena giornata di caldo pulisce quei dieci metri davanti a casa. Ci sono le “massaie” della chiesa che spendono fino all’ultima goccia di sudore per pulire una piazza della Chiesa parrocchiale tutta a rissoli con foglie di castagna incombenti. Una fatica di Sisifo. Ci si inerpica sulle alture per fare scorta di fiori di ginestra. Sabato, giorno della celebrazione, con funzioni ormai serali, il paese è come un operoso formicaio in cui tanti mettono alla prova il proprio gusto artistico: petali di fiori ad accompagnare la celebrazione, infiorate decorative e descrittive, con elementi simbolici relativi al Corpo e Sangue di Cristo, richiami mariani, decine di lumini e tutto l’abitato assume un aspetto ancor più gentile, colorato e suggestivo. Alfine, tutti in attesa presso la chiesa, nel punto più fresco ed accogliente del paese. Celebrazione vesprale, con ingresso sacerdotale solenne, musica per organo e fiati, con l’ottocentesco organo Agati che fa da protagonista. Vecchi e soprattutto tanti bambini si ritrovano in un evento che nacque nella volontà di riportare al centro dell’attenzione di culto proprio l’Eucaristia.

E il Santissimo, in processione, è l’ultimo, sotto il prezioso baldacchino, tra i fanali a mano, ricordo di quando la luce artificiale era solo un desiderio. Il cammino devoto fra le strade del paese, accompagnato dalla luce dei flambeaux, non può non osservare rapidamente opere meravigliose quanto effimere: nel giardino di Vittoria, l’altarino del Sacro Cuore a fregio della salita iniziale di Via Colombo, l’ingresso della cappella di San Bartolomeo, dove ci si sofferma più a lungo, il nuovo e monumentale sacro teatro mariano luminoso presso la fontanella dei Barnai, le decorazioni nei portici lungo la Villa, il grandioso soggetto sacro della piazzetta, quasi un mandala tibetano, i fiori in piazza fronte la casa “di Antonio” e ovviamente il prezioso contrappunto dei selciati del sagrato. Ecco, la processione finisce, l’ostensione del Santissimo c’è e termina il momento comunitario. L’inclusione termina in modo più prosaico. Insomma, “tutti i salmi finiscono in gloria” e c’è ancora voglia di stare insieme, grandi e piccoli (e soprattutto piccoli), con le prelibatezze delle cucine locali, le paste, l’impegno della Pro Loco. Appuntamento ora al 22 giugno, ore 21, per il concerto d’organo di Valli in Musica. Ancora una volta ci si ritroverà.

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