- Bollettini di versamento recapitati per posta possono nascondere truffe a danno delle aziende
- I pagamenti verso la CCIAA devono essere effettuati solo utilizzando il modello F24 o il sistema TelemacoPay
Si annidano dentro a richieste o proposte commerciali all’apparenza insospettabili, ma sono vere e proprie trappole tese alle imprese da organizzazioni truffaldine di tutta Europa. E non accade solo da un giorno. Da oltre un decennio, infatti, si assiste ad una serie di clamorosi inganni ai danni soprattutto delle aziende di piccole dimensioni. E non solo in Italia.
La Camera di commercio Riviere di Liguria – Imperia La Spezia Savona invita gli imprenditori a fare attenzione ai due strumenti più utilizzati al solo scopo di spillare soldi agli imprenditori:
- A) IL TRUCCO DEL BOLLETTINO, ossia l’invio, senza alcuna spiegazione, di un bollettino di pagamento precompilato con i dati aziendali. In questo caso le aziende vengono contattate in un momento in cui si aspettano di ricevere un avviso di pagamento / fattura e quindi il mittente “finge” di essere il soggetto cui il versamento è dovuto (es. la Camera di Commercio per la quota annuale di iscrizione; l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi per la registrazione o il rinnovo di un marchio; l’organizzatore di una fiera cui si intende partecipare; l’editore delle “Pagine Gialle”, ecc.);
- B) IL TRUCCO DEL MODULO, ossia la spedizione di un modulo precompilato con i dati dell’impresa senza indicare con chiarezza i servizi offerti, che comunque sembrano gratuiti. In questo caso alle aziende viene richiesto di sottoscrivere e rispedire il modulo dopo aver eventualmente provveduto alla correzione e/o integrazione dei dati preinseriti dal mittente; dopo alcune settimane o mesi, l’azienda comincia a ricevere continue e sempre più pressanti richieste di pagamento in quanto quello che appariva un mero modulo per la raccolta di dati aziendali celava invece un contratto per servizi pubblicitari.
La Camera di commercio ha dato evidenza sul proprio sito Internet (www.rivlig.camcom.gov.it) delle casistiche più frequenti di false richieste di pagamento o altre comunicazioni truffaldine ricevute dalle imprese.
La Camera di commercio, in particolare, avvisa che il versamento di quanto dovuto dalle imprese per pratiche e adempimenti di competenza camerale devono essere effettuati unicamente utilizzando il modello F24 o il sistema TelemacoPay e che, di conseguenza, non vengono mai recapitati bollettini al domicilio delle imprese per richiedere pagamenti a vario genere riconducibili all’Ente.
Per cercare di contrastare questi comportamenti l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), su iniziativa di Unioncamere, ha inoltre predisposto un vademecum anti-inganni contro le indebite richieste di pagamento inviate alle aziende. Il vademecum, intitolato “Io non ci casco!” è disponibile sul sito dell’AGCM ed è stato concepito come uno strumento divulgativo a favore delle imprese, affinché siano adeguatamente informate e dunque in grado di proteggersi dai tentativi di truffa più ricorrenti.
Vademecum “Io non ci casco!: http://www.agcm.it/component/joomdoc/consumatore/Vademecum_Pmi.pdf/download.html