A cura della sezione tortonese dell’Anpi e dell’associazione Donne Insieme
con il patrocinio del Comune di Tortona
GIOVEDI’ 1 GIUGNO, ORE 21 , PRESSO LA BIBLIOTECA CIVICA DI TORTONA
via Ammiraglio Mirabello 1
presentazione del volume
IL NOSTRO DOVERE
L’Unione Femminile tra impegno sociale, guerra e fascismo (1899-1939) di Graziella Gaballo
Introduce Pier Luigi Pernigotti
Collana “Il Periplo”
Edizioni Joker, Novi Ligure 2015
ISBN: 978887536370-3, pp. 456, con immagini, € 27,00
Questa ricerca colma un vuoto storiografico. Infatti, fino ad ora, non esisteva nessuna ricostruzione complessiva che rendesse conto dell’intera storia dell’Unione Femminile Nazionale, una delle principali associazioni emancipazioniste del Novecento.
Il lavoro nasce dal desiderio di documentare e analizzare l’impegno messo in campo durante la prima guerra mondiale dall’Unione Femminile Nazionale e contribuire così a restituire visibilità al ruolo svolto, all’interno della mobilitazione civile, dalle donne e in particolare dalle associazioni femminili che, grazie a una capillare organizzazione, seppero garantire interventi assistenziali in settori strategici, mettendo al servizio del Paese il loro patrimonio organizzativo e la loro più che decennale esperienza in campo sociale. Si tratta di un protagonismo che costituì anche un momento fondante nel processo femminile di nazionalizzazione, ma che però è stato in genere ignorato o sottovalutato dalla storiografia – anche quella più recente, se pure con qualche eccezione – che, leggendolo come una semplice estensione alla sfera pubblica delle tradizionali attività di maternage, spesso non è riuscita a coglierne la profonda valenza politica.
Per meglio inquadrare le innumerevoli iniziative assistenziali e patriottiche di cui l’Unione Femminile si è fatta promotrice nel periodo in questione è parso però necessario dar conto della nascita, dell’organizzazione interna e delle attività dell’associazione – individuando le direttrici dell’impegno unionista e le varie istituzioni cui diede vita – e anche tracciare un ritratto di Ersilia Majno Bronzini, che ne è unanimamente riconosciuta come la fondatrice, ma che vent’anni dopo se ne distaccò, prendendo le distanze da alcune trasformazioni che caratterizzarono la storia dell’associazione proprio nel corso di quel conflitto. È sembrato altrettanto opportuno, poi, allargare lo sguardo anche al periodo successivo alla guerra – che permette, peraltro, di aprire interessanti squarci sull’impegno profuso dall’Unione Femminile, da sola o in collaborazione con istituzioni governative, nell’ambito delle politiche assistenziali, soprattutto quelle a favore della maternità e dell’infanzia – ricostruendo in tal modo l’intera vicenda dell’associazione milanese in quella prima fase della sua storia che è durata quarant’anni.
D’altra parte, nonostante l’Unione Femminile Nazionale sia, tra le associazioni emancipazioniste dei primi decenni del Novecento, una delle meglio strutturate, solide ed estese e forse anche la più conosciuta, grazie soprattutto agli studi di Annarita Buttafuoco, non solo nulla ancora è stato pubblicato sul ruolo che ha svolto durante la prima guerra mondiale ma, pur essendovi ricerche che hanno indagato il suo primo quindicennio di vita, analizzandone aspetti e momenti importanti, saggi che hanno posto al proprio centro figure significative dell’associazione e contributi che ne hanno tracciato le vicende durante il regime fascista o nel momento del suo scioglimento e della sua rinascita nel dopoguerra, finora non ne è ancora stata raccontata e ricostruita in maniera puntuale l’intera storia, dalla fondazione nel 1899 fino al momento della forzata chiusura nel 1939.
Ed è questo il lavoro che Graziella Gaballo ha realizzato soprattutto scavando nei nostri copiosi e preziosi Archivi, in parte già ordinati ed esplorati, ma in parte ancora inediti. […]. Ne risulta una ricerca ponderosa, filologicamente rigorosa e approfondita, ricca di citazioni non solo formali, contenute nel testo e nelle nutritissime note. Questo immane lavoro ha consentito a Graziella Gaballo di addentrarsi in dettagli riguardanti non soltanto la coerenza che l’UF ha mantenuto nel tempo nel difendere i diritti delle donne e dei bambini, ancora in parte negati, secondo le indicazioni fondamentali che l’avevano ispirata al momento della sua fondazione, ma anche di vederne, in qualche particolare capitolo della sua storia, i risvolti contraddittori, le ombre, che fanno da contrappunto alle luci.
(dalla Prefazione di Angela Maria Stevani Colantoni)