Le parole del comunicato trionfale della Giunta piemontese sull’ampliamento del pronto soccorso di Tortona (AL) contraddicono, e non poco, il declassamento deciso dall’assessorato alla Sanità nel 2014 (delibera di giunta 1-600).
Saitta racconta lo smantellamento dei servizi come un investimento. Ma i risultati dell’operazione di Saitta e Chiamparino sono sotto gli occhi di tutti: barelle nei corridoi, liste d’attesa lunghissime, pazienti che ad oggi non sanno dove e a quanti chilometri da casa saranno curati. Ampliare la sala d’attesa nel pronto soccorso utilizzando gli spazi che un tempo erano del reparto di cardiologia è un espediente stucchevole. Ma chi vogliono prendere in giro?
Leggere che “con l’apertura del nuovo Pronto soccorso abbiamo finalmente compiuto il primo passo concreto verso il rilancio dell’ospedale di Tortona” è un affronto all’intelligenza soprattutto per i cittadini che hanno difeso il proprio ospedale anche attraverso manifestazioni partecipate.
Invece di esaltare la destinazione di spazi solo per lunghe attese, Saitta dovrebbe impegnarsi seriamente a ridurre i tempi d’attesa, assumendo personale e non partorendo fumosi piani senza reali stanziamenti di risorse in più.
Noi stiamo dalla parte dei cittadini e degli amministratori locali, che a gran voce e da mesi stanno chiedendo alla Giunta regionale un ripensamento della programmazione sanitaria che dovrebbe essere condivisa con il territorio e scritta a misura di paziente.
Paolo Mighetti, Consigliere regionale M5S Piemonte
Davide Bono, Consigliere regionale M5S Piemonte
Danilo Bottiroli, Consigliere comunale M5S Tortona
Fabrizio Dellachà, Consigliere comunale M5S Tortona