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Teatro gremito a Sanremo per ascoltare la relazione del Capitano di Vascello Giosuè Allegrini

Grande partecipazione , ieri pomeriggio, nel teatro dell’Opera per  il Centenario della Grande Guerra attraverso alcuni dei momenti saglienti della storia della Marina Italiana. Il Capitano di Vascello, Giosuè Allegrini e il Capitano di Fregata Leonardo Merlini, in servizio presso l’Ufficio Storico della Marina Militare  hanno relazionato su “L’impegno della Regia Marina durante la Grande Guerra sul fronte navale, aereo e terrestre e la produzione editoriale storica della Marina dal 1913 ad oggi.”  Nel foyer è stata allestita la mostra documentale dedicata alla Marina Italiana. Hanno portato il saluto del Comune e del casinò di Sanremo, il consigliere Giovanna Negro e l’Ing. Giancarlo Prestinone, Direttore Generale del Casinò, che hanno ringraziato della presenza, tra gli altri,  il questore di Imperia, Dott. Leopoldo Laricchia, l’Associazione Marinai d’Italia, rappresentata dall’Ammiraglio Angelo Castiglione, Il Lions Club Host e Matuzia.

Il tema della Conferenza.

Dal 24 maggio del 1915 e per 41 mesi di conflitto la Marina italiana ebbe un ruolo da protagonista a dimostrazione che la Grande Guerra non si combatté solo nelle trincee e sulle montagne.

La Marina adottò una strategia di attesa e di deterrenza basata sull’esercizio del potere marittimo e sul blocco navale dell’Adriatico di cui lo sbarramento del Canale d’Otranto ne fu il più fulgido esempio.

Vennero impiegati tutti i nuovi sistemi d’arma che la tecnologia di allora aveva da poco messo a disposizione quali i sommergibili, l’aviazione navale e vennero ideati alcuni stratagemmi – tutti italiani -quali i treni e i pontoni armati che, insieme ai leggendari MAS e alla Brigata Marina, costituiscono ancora oggi l’anima trifibia della Marina in mare, in cielo e in terra.

I possibili attacchi nemici via mare vennero da subito scoraggiati, mentre furono condotte efficacemente azioni eroiche quali l’affondamento delle Corazzate Wien e Santo Stefano, ad opera dell’asso dei MAS Luigi Rizzo; la “beffa di Buccari”, a cui partecipò Gabriele D’Annunzio, il primo affondamento con mezzo d’assalto subacqueo della storia, ad opera della torpedine semovente tipo Rossetti, che nel munitissimo porto di Pola colpì e colò a picco la Corazzata Viribus Unitis. Allo stesso modo attraverso l’istituzione dell’Ispettorato per la difesa del traffico mercantile e l’impiego dei convogli la Marina italiana assicurò i vitali rifornimenti per il sostentamento della nazione e per il mantenimento dello sforzo bellico. “Moltiplicare e adattare le attività alle più svariate congiunture” in questo modo si esprimeva l’ammiraglio Paolo Thaon di Revel, Capo di Stato Maggiore della Regia Marina e artefice della vittoria sul mare, a riprova che, oltre alle operazioni prettamente belliche, vennero adottate anche tutte le necessarie misure per attività che oggi definiremmo a carattere umanitario quali la salvaguardia del patrimonio culturale e artistico di Venezia e il salvataggio dell’Esercito serbo.

L’enorme sforzo sostenuto dalla Regia Marina durante il primo conflitto mondiale si può sintetizzare in tre numeri assolutamente significativi: 86.000 missioni di guerra, due milioni di ore di moto effettuate, 26 milioni di miglia percorse pari a 1.200 volte la circonferenza terrestre all’equatore.

Ora come allora la Marina italiana protegge e assicura in ogni tempo gli interessi nazionali sul mare.

 

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