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Ruba capi di abbigliamento in Alessandria: arrestata e condannata ma libera, così può rubare ancora…..

Nel tardo pomeriggio di martedì scorso, la sala operativa 113 ha inviato una volante presso il negozio Pimkie, in corso Roma, in quanto era stata fermata una persona con della merce non pagata.

Giunti sul posto, gli operatori hanno individuato una presunta cliente, successivamente identificata per T. A., classe 1983, nata in Romania ma residente ad Alessandria, che portava al seguito una borsa in pelle di colore rosso ed una borsa di carta con marchio “Primigi”, invitandola a mostrare il contenuto.

La donna estraeva dalla borsa di carta vari capi di abbigliamento di diverse marche e alcuni, fra questi, venivano riconosciuti dalla titolare del negozio. I vestiti, presentavano degli evidenti strappi nel punto dal quale era stata strappata la placca anti taccheggio. Le placche asportate venivano ritrovate occultate all’interno di un pantalone appeso nei pressi dei camerini di prova.

La donna, in merito agli abiti rinvenuti in suo possesso, riferiva che erano dei regali che le aveva dato sua sorella giorni addietro, ma in considerazione dello stato dei vestiti e della flagranza di reato sopra accertata si decideva di procedere ad ulteriori accertamenti.

Difatti, anche il resto degli abiti presentava segni evidenti di strappo dei dispositivi antitaccheggio, per cui, grazie alle etichette, i poliziotti sono riusciti velocemente a risalire agli altri esercizi commerciali da cui i capi erano stati trafugati. La merce rinvenuta risultava anch’essa provento di furto in altri due negozi del centro cittadino:  “United Colors of Benetton” e “Maison 75”.

Le titolari di entrambi i negozi hanno fornito la medesima descrizione relativa alla donna sospetta ed hanno riconosciuto la merce sottratta.

Per quanto sopra accertato si procedeva all’arresto di T. A., gravata, peraltro, da precedenti specifici,  in quanto la stessa,  mediante più azioni fraudolente e continuative si è resa autrice del furto  di sette capi di abbigliamento per un valore commerciale complessivo di circa 400€,  provocando anche l’irreversibile danneggiamento di cinque di essi.

Nell’immediatezza dei fatti il P.M. di turno ha disposto la traduzione dell’arrestata presso il proprio domicilio in regime di misura cautelare degli arresti domiciliari in attesa del rito direttissimo.

Il mattino seguente, all’esito del giudizio di convalida, la donna è stata successivamente condannata a 6 mesi di reclusione ed €200 di multa con sospensione condizionale della pena e rimessa in libertà.

 

 

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