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Raccolte le firme per un referendum che cancelli la legge che ha declassato l’ospedale di Tortona

Il bellissimo ingresso dell'ospedale di Tortona


Ben  2.500 firme sono state raccolte da Comitato “Salviamo gli ospedali”per chiedere un referendum regionale abrogativo della legge regionale sul riordino del servizio sanitario.

Il Comitato ha presentato il primo mese di attività in una conferenza stampa, alla quale oltre al presidente Gian Luca Vignale e ai soci fondatori  hanno anche partecipato sindaci, amministratori locali ed i componenti del gruppo regionale di Forza Italia. Tra loro anche Marco Gabusi, sindaco di Canelli e presidente della provincia di Asti, Franco Cominetto, sindaco di Burolo e presidente provinciale Anpci, Ornella Moretto, sindaco di San Ponso, Battistino Chiono, sindaco di Busano, Massimo Ottogalli, sindaco di Rottaro, tutti componenti del direttivo provinciale Anpci. Erano inoltre presenti Simone Nosenzo e Marco Lovisolo, rispettivamente sindaco ed assessore del Comune di Nizza Monferrato. Con loro anche Pier Carlo Sommo, segretario aziendale Asl To2 dei Fedir sanità e Pier Carlo Perruquet, presidente del Comitato per la salvaguardia dell’Oftalmico.

Le firme, che sono state  depositate  all’Ufficio di presidenza del Consiglio Regionale, sono state raccolte in un mese in tutta la Regione Piemonte dal Comitato, con banchetti organizzati nelle piazze e davanti ai principali ospedali piemontesi e grazie al sostegno di oltre settanta comuni piemontesi che hanno messo a disposizione i moduli di raccolta firma all’interno dei propri Urp, Uffici di relazione con il pubblico.

Ora spetterà all’Ufficio di presidenza del Consiglio Regionale, sentita una Commissione di garanzia, pronunciarsi – entro 30 giorni- sulla ricevibilità della richiesta. L’Ufficio di Presidenza delibera all’unanimità. Se non si raggiunge l’unanimità, delibera il Consiglio Regionale a maggioranza assoluta dei componenti entro 15 giorni dalla riunione dell’Ufficio di Presidenza.

Se verrà dichiarata l’ammissibilità del referendum, entro aprile inizierà la raccolta delle 60.000 firme necessarie per indire un referendum regionale.

Si tratta di aboluire la Deliberazione della Giunta Regionale 19 novembre 2014, n. 1 – 600 “Adeguamento della rete ospedaliera agli standard della legge 135/2012 e del Patto per la Salute 2014/2016 e linee di indirizzo per lo sviluppo della rete territoriale” così come integrata con DGR n. 1-924
del 23 gennaio 2015  che rimodula la rete ospedaliera piemontese con riferimento sia al numero di posti letto che all’articolazione delle
discipline ospedaliere e relative strutture complesse, portando da 18301 posti letto attuali a 16282, con una riduzione di oltre 2000
posti, e chiudendo oltre 130 strutture complesse.

Secondo il Comitato i parametri imposti sono incoerenti con la normativa statale (art.15, co. 13, lett. c), d. l. n. 95/2012), che stabilisce in 3,7 per
1000 abitanti il numero massimo di posti letto a carico del servizio sanitario regionale (incluse anche le strutture private convenzionate)
di cui 0,7 deve essere dedicato a riabilitazione e lungo-degenti e i restanti 3 per 1000  per gli acuti. Con la riforma della rete ospedaliera, in Piemonte, invece questi ultimi saranno solo 2,6 ogni 1000 abitanti, determinando un taglio inutile e dannoso per i cittadini. Prima dell’intervento di Chiamparino e Saitta infatti i posti letto per acuti erano di 2,9 ogni 1000 abitanti, ovvero andavano aumentati e non certo tagliati!

“I risultati della revisione imposta da Saitta e Chiamparino sono sotto gli occhi di tutti – spiega Gian Luca Vignale, presidente del Comitato Salviamo gli Ospedali – : barelle nei corridoi, liste di attesa lunghissime, ospedali – centri di eccellenza piemontesi  (fra cui Tortona -ndr) – chiusi o declassati, pazienti che ad oggi non sanno dove e quanto distante da casa saranno curati. A questo si aggiunge il taglio programmato sulle cliniche private convenzionate che determinerà, oltre a un calo delle prestazioni pubbliche, anche una drammatica ricaduta negativa sull’occupazione. Un’altra drammatica conseguenza di questa riforma è l’aumento della mobilità verso altre regioni con un aumento dei costi a carico del Piemonte e dei disagi per i cittadini.

Il tema è sentito da tutti i cittadini e amministratori locali, che a gran voce da mesi stanno chiedendo alla giunta regionale un passo
indietro e una programmazione sanitaria condivisa con il territorio e scritta a misura di paziente e non di bilanci”.

“ La nostra provincia – spiega Massimo Berutti, consigliere regionale di Forza Italia – è stata fortemente penalizzata da una riforma decisa senza pensare alle esigenze del territorio. Per tutelare  il diritto alla salute, peraltro costituzionalmente sancito oggi non ci rimane che il Referendum abrogativo regionale, strumento, offerto dal Comitato Salviamo gli ospedali, e fondamentale per riportare in Piemonte  una migliore e condivisa gestione della Sanità”.

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