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“Ho visto i massi che franavano dalla montagna e ci venivano addosso” La testimonianza del dianese Franco Mistretta sui luoghi del terremoto


Otto giorni nei luoghi del terremoto, in centro Italia, nel Comune di Montemonaco, nel parco dei Monti Sibillini per un esperienza indimenticabile che Franco Mistretta, vice comandate della Polizia Municipale di Diano Marina non scorderà mai più.

E’ ritornato a casa domenica sera ed ha ancora negli occhi certi momenti, soprattutto quello in cui ha veramente rischiato di morire.E’ accaduto giovedì pomeriggio, 8 dicembre.

Nel sentirlo parlare sembra tutto normale, ma dalla descrizione della scena si capisce che lui e la collega di Albenga che era in auto insieme hanno rischiato veramente l’incolumità.

“Eravamo a bordo di un’auto lungo la strada provinciale sotto il monte Vettore – racconta Mistretta – per recarci a salvare dei cavalli che erano stati segnalati nella zona, quando all’improvviso, abbiamo visto dei massi giganteschi che si staccavano dalla montagna da un’altezza di 2.500 metri cadevano sulla strada provinciale come fosse una vera e propria grandinata. Ce la stiano vista brutta  e non sono stati bei momenti. Abbiamo girato l’auto e siamo tornati indietro all’inizio della provinciale che abbiamo provveduto subito ad interdire al traffico.”

Probabilmente la scossa di terremoto del mattino aveva creato qualche problema e forse un’ulteriore scossa pomeridiana ha fatto il resto, Mistretta però guarda soprattutto gli aspetti positivi che secondo lui sono stati numerosi.

“Innanzi tutto – aggiunge – è stata un’esperienza umana e professionale di altissimo livello e sono grato al sindaco Giacomo Chiappori e a tutta l’Amministrazione comunale di avermi consentito di farla. Facevo parte del COC il Centro Operativo Comunale del Comune di Montemonaco coordinato dalla Protezione Civile del Veneto e ho avuto il piacere di sedermi al tavolo di coordinamento, guidato da Francesco Bianchini un vero esperto in materia. Eravamo in piena zona rossa, con il compito di coordinare gli interventi in 23 frazioni del del Comune, molti delle quali disabitate perché le persone erano state allontanate a causa della pericolosità della situazione. Ogni mattina poco dopo 8 ci si riuniva al comando del COC per stabilire il da farsi e gli interventi più urgenti da effettuare nel corso della giornata dopodiché si andava in servizio sul territorio.”

 

INTERVENTI DI SALVATAGGIO, CONTROLLI ANTI-SCIACALLAGGIO E….

 

Franco Mistretta insieme al Sindaco di Montemonaco e alla collega di Albenga

I compiti a cui era adibito l’Ufficiale dianese erano molti e diversi fra di loro oltre ad emettere ordinanze sull’agibilità o meno degli edifici Franco Mistretta si è ritrovato ad effettuare diverse cose: “Ci è capitato di effettuare salvataggi di animali che abbiamo dovuto recuperare dopo che molte cascine e fattorie sono state abbandonate – aggiunge – ma abbiamo anche dovuto effettuare controlli anti sciacallaggio: persone che si mescolavano tra i volontari ma che in realtà avevano il solo intento di rubare all’interno delle abitazioni. C’era talmente da lavorare che alla sera si arrivava stanchi e non c’era quasi il tempo per  pensare ad altro.”

Tra le tante cose che hanno colpito positivamente il dianese ce ne siamo fatte raccontare due.

La prima riguarda i bambini: “Sono molto forti – dice – sei di loro facevano scuola all’interno di un container blu come se nulla. C’era scosse di terremoto in continuazione ma loro era forti: giocavano a pallone e sapevano come comportarsi. Un esempio.”

“Una altro fatto che mi ha colpito e mi rimarrà sempre nel cuore – racconta il commissario dianese – sono stati i numerosi  volontari presenti soprattutto quelli del Veneto: grandi lavoratori, capaci, seri e professionali ma anche di una cordialità estrema.”

Quando si pensa ai volontari spesso l’immagine corre a giovani di belle speranze, ma qui, invece c’erano persone tra i 40 e 50 anni che si rimboccavano le maniche per dare una mano in questi luoghi in cui la furia della natura ha provocato una grande disperazione.

“Siamo subito entrati in sintonia – conclude il suo racconto Franco Mistretta – son persone straordinarie con le quali ho fatto amicizia e che non potrò mai dimenticare. Alla fine credo che questa sia una delle cose più positive di questa mia esperienza: tante persone unite da un’unico ideale per aiutare chi ha avuto la sfortuna di trovarsi nel terremoto e perdere tutto ciò che aveva.”

Mistretta insieme alla collega di Albenga

Una casa sventrata

 

 

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