Una delegazione dell’Associazione di Volontariato Oncologico NonSiamoSoli onlus di Sanremo, composta dalla presidente Tiziana Guatta, dalla vicepresidente Noemi Angelini e dai volontari Francesco Manca e Anna Chiarello, nei giorni scorsi ha partecipato all’incontro-dibattito dal titolo “L’inclusione dei malati di cancro nel mondo produttivo: utopia o realtà?” organizzato da FAVO insieme all’intergruppo parlamentare delle malattie rare e svolto presso la sala Aldo Moro alla Camera dei Deputati a Montecitorio a Roma.
Dalla giornalista e moderatrice Livia Parisi è tra gli altri emerso il dato sull’incremento dei nuovi casi di diagnosi di cancro in aumento del 20% negli ultimi 5 anni. Un’indagine condotta dalla Federazione italiana delle Associazioni Volontariato in Oncologia (FAVO) e Censis (2012) ha stimato che nel nostro Paese 274 mila persone sono state licenziate, costrette alle dimissioni, oppure hanno dovuto cessare la propria attività o comunque hanno perso il lavoro a seguito delle conseguenze della diagnosi di tumore. Presente l’onorevole Paola Binetti che ha sottolineato concetti come l’identità di vita, asserendo che la persona ha il cancro, ma non è il suo cancro. Notevole interesse è stato riscontrato dall’intervento registrato dell’ingegner Alberto Cerretti, lavoratore dipendente con esperienza di malattia che ha messo in evidenza come il malato oncologico, ancora oggi, incontri notevoli difficoltà nel mantenere la propria dignità nel mondo del lavoro. Dalla blogger Daniela Fregosi, in arte “Afrodite K”, poi, moltissime testimonianze di liberi professionisti iscritti alla gestione separata INPS che hanno riscontrato notevoli difficoltà nella gestione della malattie, delle cure e del reinserimento sociale a seguito del cancro. Di come le nuove terapie debbano tenere conto delle interazioni tra farmaci in uso, e quanto sia importante prescrivere e somministrare non solo un farmaco adatto a colpire “quel” tumore, ma un farmaco adatto a quella persona con “quel” tumore è stato invece l’argomento affrontato dal professor Paolo Marchetti, dell’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea di Roma.
“I malati di cancro sono persone a rischio povertà – ha affermato Francesco De Lorenzo, Presidente FAVO – poiché la malattia genera un aumento dei costi sociali diretti e indiretti ed una diminuzione dei redditi: la cosiddetta tossicità finanziaria del cancro. L’indagine FAVO-CENSIS del 2012 ha rivelato che il 78% dei malati oncologici, infatti, ha subito un cambiamento nel lavoro in seguito alla diagnosi: il 36,8% ha dovuto fare assenze, il 20,5% è stato costretto a lasciare l’impiego e il 10,2% si è dimesso o ha cessato l’attività (in caso di lavoratore autonomo). Il lavoro aiuta anche ad affrontare meglio la malattia e le cure antitumorali, è cruciale garantire ed implementare strumenti ed azioni che assicurino ai lavoratori malati di conciliare i tempi di cura con quelli di lavoro”. “E le attività di ritorno al lavoro – ha spiegato Giuseppe La Torre, dell’Università la Sapienza di Roma – vanno programmate nell’ambito di un processo di comunicazione complesso e continuo e spesso sono “difficili da gestire e necessitano di un supporto“. L’Italia è stato il primo paese in Europa a promulgare nel 1955 una legge sulla sicurezza del lavoro, la migliore esistente tanto che la Comunità Europea l’ha fatta sua. Purtroppo è difficile l’applicazione. “Il numero delle persone con una diagnosi di tumore (recente o passata) continua a crescere: secondo dati aggiornati dell’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) sono 1 milione le persone in età lavorativa con diagnosi di cancro, pari a circa il 30% di tutti i casi prevalenti – afferma Elisabetta Iannelli, Segretario Generale FAVO.
Nel 2015 oltre 300 dei 1000 nuovi casi di tumore al giorno in Italia sono stati diagnosticati a lavoratori. L’AIRTUM ha stimato 130 mila nuovi casi tra 15-64 anni, pari ad un terzo di tutte le nuove diagnosi, di cui oltre 70 mila sono donne in età attiva. L’inclusione lavorativa dei malati oncologici è pertanto un investimento sociale ed economicamente produttivo, un valore anche in termini di professionalità che va tutelato. “I contratti collettivi nazionali e forse ancor più quelli aziendali, – ha dichiarato Maurizio Del Conte dell’Università Bocconi e Presidente ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro) – possono realizzare uno scambio virtuoso tutela delle assenze brevi e allungamento dei periodi di comporto per le gravi patologie.
Durante il dibattito che si è aperto al termine delle relazioni, la psicologa del lavoro e vice presidente Associazione Volontariato Oncologico NonSiamoSoli Onlus di Sanremo, Noemi Angelini, ha invitato tutti i partecipanti a riflettere sull’inserimento del concetto e della figura professionale dello “Psicologo del lavoro e delle Organizzazioni” in questo quadro di riabilitazione globale della persona, in quanto professionista preparato e pronto nel supporto, nel sostegno psicologico ai malati di cancro, e figura che può garantire un efficace impatto sociale e lavorativo delle persone, preparando e formando l’Azienda all’inserimento di chi viene colpito dal cancro che, come dobbiamo sempre ricordare, è una persona che ha vissuto il trauma di essere stata sbalzata fuori da un flusso di vita, della sua stessa vita.
In questa direzione FAVO intende approfondire il tema con l’Associazione NonSiamoSoli onlus avvalendosi proprio dell’esperienza e la collaborazione della dottoressa Angelini. Su sollecitazione di De Lorenzo, Binetti ha auspicato che il nuovo governo possa portare a termine il lavoro iniziato per i LEA per l’inclusione dei pazienti oncologici.