L’ “Ente Parco Fluviale PO vercellese – alessandrino” e il Comune di Pecetto di Valenza
Vi invitano ad una serata del tutto particolare imperniata sulla conoscenza e valorizzazione del fiume Po. In particolare saranno protagonisti
Angelo BOSIO – esperto costruttore di imbarcazioni fluviali e di “barce'” in particolare
Guido MORANDINI – autore e regista RAI
L’appuntamento è al Centro Culturale “G. Borsalino” di Pecetto di Valenza merocledì 7 dicembre alle 21
A titolo esemplificativo si presenta una delle schede dei filmati che saranno proiettati : “Da Milano a Venezia. Viaggio nel Golfo Padano”
…
Un viaggio in barca lungo le vie d’ acqua. Si parte dall’Arsenale di Venezia con un simbolo del “saper fare” del territorio: un piatto variopinto, forgiato da un maestro vetraio di Murano. Un “fondamentale” del cibo da portare fino a Milano, nella città dell’Esposizione Universale. In passato, sull’acqua viaggiavano persone, merci, idee. Cosa resta di questo “impero commerciale delle Acque”? Ce lo racconta Guido Morandini, nella undicesima puntata di “Experia, viaggio in Italia nell’anno dell’Expo”.
Sul Barcè, in compagnia di Angelo Bosio il maestro d’ascia, Morandini percorre centinaia di chilometri di vie ancora navigabili. Alla ricerca del tempo perduto. “Il Po era una roba straordinaria. Noi venivamo trainati da rimorchiatori lunghi 18 metri, 9 metri di larghezza – ricorda Riccardo Capellozza, Direttore del Museo della Navigazione fluviale di Battaglia Terme a Padova – avevano sui 1000 cavalli a vapore: trainavano 10 barconi, io a cinque anni sono stato trainato da questi rimorchiatori. Per me era come andare nel Mississippi!”.
La laguna veneta offre sogni ma anche vere e proprie realtà produttive come la valle da pesca Cà da Riva, dove si pratica la vallicoltura. “Alleviamo pesce ormai da cento anni – dice Carlo Marchesi, imprenditore – un sistema di allevamento estensivo dove viene preso del pesce possibilmente selvatico pescato in mare”.
La Pianura Padana è immaginata alle stregua di un grande golfo, dove le città sono isole. Come Padova. “Padova è una città d’acqua – svela Maurizio Uliana, Presidente dell’Associazione “Amissi del Piovego” – e noi da qui, oltre a raggiungere Venezia, andiamo oltre, siamo arrivati a Trieste, oppure scendendo verso sud siamo arrivati sul Po, a Mantova, a Cremona, anche a Milano”.
A ridosso dei Colli Euganei, a Battaglia Terme, scopriamo un’ infrastruttura idraulica tenuta in funzione da “volontari” della navigazione fluviale. Una comunità convinta che l’acqua possa creare un’alternativa alla crisi. Carmen Gurinov, accompagnatrice turistica, è fiera delle scelte del territorio: “proponiamo escursioni con imbarcazioni tipiche veneziane. Battaglia Terme esprime nel migliore dei modi, credo, questo rapporto simbiotico tra i Colli Euganei e la laguna veneta”.
Dai Colli Euganei, attraverso le grandi valli veronesi, fino al lago di Garda. Qui, l’immaginario golfo padano si fa realtà. All’orizzonte solo acqua. Un grande mare che fa rivivere avventure poco note. La più affascinante, quella legata a Dino De Laurentis e al produttore cinematografico, Walter Bertolazzi che, negli anni cinquanta, creò a Peschiera una sorta di “cinecittà” sul lago.
Navigando sempre più a ovest si raggiunge Brescia, attraverso il Naviglio Grande. A Calvisano, sorprende un allevamento di storioni, “queste sono zone miti e confortevoli per la sopravvivenza degli storioni, ottimi sia per la carne che per la produzione del caviale – racconta Mario Pazzaglia, biologo marino”. L’acqua è movimento e alimento, navigazione e vita.
Nel Lago d’Iseo, a 65 chilometri a nord-est di Milano, il pesce di lago ha dato da vivere ad intere generazioni. “La tinca è il mio sostentamento – confida Gabriella Bosio cuoca – il lago è l’anima che pulsa, prendiamo forza, come la si prende dalla terra”.
Risalendo il fiordo di Iseo, una tappa a Montisola per scoprire come la tradizione si è fatta impresa, sconfiggendo la crisi. “Fino agli anni ‘70 qui si produceva il 70% della produzione nazionale di reti da pesca – racconta Elio Agnesi, imprenditore – poi, la rete è sparita quasi del tutto mentre noi l’abbiamo riportata, nel nostro piccolo, all’interno di un’economia. Abbiamo cominciato a produrre reti per i campionati mondiali di calcio, per la coppa Davis, per la sicurezza sui cantieri”.
Attraverso le nuove conche di navigazioni, infine, il Barcè arriva alla Darsena di Milano, con un grande tesoro a bordo: le storie raccolte durante il viaggio. Da scambiare. Da conservare, perchè non pesano nulla e valgono molto. Storie che non si infrangono come avviene, invece, per il piatto di vetro che Morandini porta a Milano e, come in una performance d’arte, frantuma.