L’idea di prendere una netta posizione contro l’utilizzo del processo di incenerimento dei rifiuti urbani nasce da una mozione che è stata approvata all’unanimità dal Comsiglio Comunale di Tortona durante la seduta di giovedì sera.
La mozione impegna Comune di Tortona ad esprimere, per quanto gli compete, parere negativo rispetto alla eventuale futura costruzione di nuovi impianti di incenerimento di rifiuti, sia speciali che urbani, pericolosi e non pericolosi (e ciò a causa dei problemi sanitari ed economici che queste scelte comportano), coinvolgendo i sindaci del territorio e sollecitando la loro adesione a questa importante iniziativa politica che, insieme al Referto Epidemiologico, dovrebbe rappresentare una conquista civile, un merito nella tutela della saluta pubblica, un bene per le future generazioni.
Non solo ma impegna anche l’Amministrazione comunale, in tema di rifiuti, ad operare in coerenza con gli orientamenti in materia previsti dalle leggi nazionali e dalle direttive europee, privilegiando la prevenzione e la riduzione alla fonte, il riutilizzo, l’ottimizzazione della raccolta differenziata, il riciclo e il recupero dei materiali e ad organizzare momenti pubblici dove siano messe a confronto le buone pratiche della raccolta differenziata stimolando il dibattito in città rispetto a questa tematica.
“Gli inceneritori sono nocivi alla salute dei cittadini e inquinano l’ambiente – dice il Consigliere del PD Carmelo Ciniglio – . Un terzo del volume totale dei rifiuti inceneriti si trasforma in cenere. La diossina che si forma come conseguenza delle alte temperature nel processo di combustione, se non viene immessa nell’aria per l’esistenza di filtri molto efficaci, quasi perfetti, si trova nelle ceneri, che sono abbondanti. Esiste il problema del loro smaltimento: in natura nulla si crea, tutto si trasforma. In altre parole, se l’inquinamento attraverso l’aria è stato modificato in maniera efficace, il problema della diossina persiste attraverso lo smaltimento delle ceneri.”
“Numerose evidenze nella letteratura nazionale ed internazionale – conclude Ciniglio – documentano incrementi del rischio ambientale e sanitario legati all’incenerimento industriale dei rifiuti anche quando questo avviene in impianti di ultima generazione, con un aumentato rischio di aborti spontanei e di nascite pretermine nelle popolazioni esposte alle emissioni degli inceneritori.
Gli inceneritori sono poi impianti molto costosi che richiedono una alimentazione con flussi di rifiuti garantiti per molti anni, deprimendo di conseguenza ogni modello di gestione del ciclo dei rifiuti che si basi sulla raccolta differenziata, ma inducendo, per contro, a produrre o importare sempre pià rifiuti, per ammortizzare l’investimento, il tutto a carico degli utenti/cittadini.
Occorre perciò optare per una “filosofia” del rifiuto che sia visto e utilizzato come una risorsa. L’ipotesi che raccolte differenziate oltre il 60% siano inefficaci è smentita nei fatti da numerose realtà nazionali ed internazionali in cui la quota di rifiuto secco indifferenziato è ormai inferiore ai 50 kg/anno e i materiali riciclati sono oltre l’80%. Oltre la raccolta differenziata, ciò che conta davvero è il recupero della materia prima.”