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Venerdì in Duomo a Tortona il primo concerto gratuito del Festival Perosi sponsorizzato dalla Fondazione

 Tortona, Duomo, ore 21,  ingresso libero. Esegue l’Orchestra del Regio di Torino  diretta dal M° Donato Renzetti. Al pianoforte un altro insigne tortonese, contemporaneo, Umberto Battegazzore.

 

Il grande musicista tortonese Lorenzo Perosi (Tortona, 21 dicembre 1872 – Roma, 12 ottobre 1956 )  oltre ad avere rivoluzionato la musica sacra e religiosa in tutto il mondo, è ritenuto uno dei maggiori musicisti italiani di sempre, autore di musica sinfonica e da camera di grande pregio, ammirato da Arturo Toscanini, Pietro Mascagni, Giacomo Puccini ed altri autori europei loro contemporanei. Per il 60° della morte, Tortona lo ricorda con un concerto, il 23 settembre, cui seguirà una intensa ‘Settimana della musica’, con concerti, laboratori, cori e stand enogastronomici,  dal 4 all’8 ottobre (accessi gratuiti per tutti, info  facebook.com/perosi60   www.lorenzoperosi.net e www.vivitortona.it.).

Il concerto dell’anniversario si terrà a Tortona il 23 aprile 2016 nella Chiesa Cattedrale, alle ore 21, con ingresso libero.

Del M° Lorenzo Perosi si eseguirà il Concerto per pianoforte ed orchestra in la minore e Suite Venezia, scritto da Perosi nel 1916. L’Orchestra del Regio di Torino è diretta dal M° Donato Renzetti. Al pianoforte un altro insigne tortonese, contemporaneo, Umberto Battegazzore.

 

Il concerto è patrocinato – tra gli altri – dalla Radio Vaticana (che successivamente lo trasmetterà), dal Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma, dal Consiglio Regionale del Piemonte, dagli Amici della Musica di Tortona e dal MiBACT. Questa esecuzione verrà registrata e diventerà un progetto editoriale unico con  pubblicazione a Febbraio 2017 di un numero della prestigiosa rivista Amadeus. La pubblicazione di Suite Venezia sarà una prima volta assoluta e mondiale.

 

Spiega Umberto Battegazzore: “Ancora oggi Lorenzo Perosi è ricordato per la musica in ambito religioso, mentre fino a pochi anni fa non si conosceva” l’altro Perosi” , quello cameristico, strumentale, sinfonico.  Oggi ascoltiamo questi capolavori come fossero state scoperte e intarsiate solo ieri, grazie alla personalità prorompente di un Musicista quale era il nostro Perosi. Non abbiamo dati storici sulla genesi del Concerto per pianoforte ed orchestra in la minore e Suite Venezia,  sicuramente fu eseguito per la prima volta nel 2000 con al pianoforte il compianto Mario Delli Ponti e Arturo Sacchetti alla Direzione dell’Orchestra Sinfonica “Carlo Coccia” di Novara. Lo riproposi io stesso  nel 2008 con l’Orchestra Sinfonica di Bacau in Tortona al Teatro Civico per gli Amici della Musica e alla Filarmonica di Bacau in Romania (prima esecuzione fuori dall’Italia) con Ovidiu Balan alla direzione. Da allora più niente. Il concerto, di 204 pagine, è inedito (uno dei grandi problemi delle musiche perosiane), ed è tutelato dalla Ricordi, proprietaria dei diritti d’esecuzione. Si svolge in tre movimenti di grande inventiva, alla continua ricerca di soluzioni tematiche e di un continuo discorso dialogante  tra strumento solista e orchestra, quasi una sinfonia concertante. Una autentica simbiosi di ogni forma di scibile musicale di sempre, creato da un uomo con una cultura assai vasta e sempre alla ricerca del proprio “io”.  Il primo tempo, Mosso, è scritto nello stile romantico dei grandi concerti dell’Ottocento. Dal suo inizio, poderose ottave sprofondano nei meandri più cupi della tastiera e riaffiorano con un tema d’impronta bachiana.

Una curiosità: lo spartito presenta alcune parti incomplete. Manca la parte della mano sinistra nelle ottave, oppure manca il bellissimo tema dominante della composizione sia pianistica che orchestrale, presente invece presso la Biblioteca Apostolica Vaticana. Il fatto è sicuramente dovuto all’opera non proprio solerte dei copisti dell’epoca.

L’esecuzione del primo movimento è sicuramente impegnativa anche per gli accordi scritti armonicamente in senso lato, con aperture manuali frequenti di decime e più in estensione. Il secondo movimento, Andante,  potremmo definirlo “mistico”, dotato di ardite risoluzioni armoniche e di interessanti spunti di religiosità intime e segrete. Il terzo movimento, Vivo, è un ritorno al terreno, in un clima di festa e serenità, di notevole impegno.  Questo concerto sancisce il ruolo di Perosi quale autentico protagonista della musica sinfonica italiana del primo Novecento. Già Giuseppe Martucci, si augurava, tra i primi, che il Maestro volgesse le sue forze alla musica sinfonica. Iniziò così la serie delle 9 Suite orchestrali dedicate a città italiane, che furono concepite, come progetto intorno al 1906, le Suites Roma, Venezia, Firenze, Messina, Tortona, Milano, Torino, Genova e forse Napoli, incompiuta. Tutte avrebbero dovuto riunirsi in una decima Suite chiamata “Italia”. Tali composizioni  segnano un nuovo aspetto della genialità del Perosi nel servirsi dell’orchestra (così si esprimeva il compositore Giacomo Setaccioli). E più ancora il musicologo Gino Roncaglia asseriva che Lorenzo Perosi  – di ciascuna (città) egli ha contemplato l’ambiente e le opere d’arte, le chiese e i monumenti storici, come prodigiosi doni della grazia divina, come documenti della vita spirituale dell’uomo-.

Anche la Suite Venezia, eseguita sotto la direzione dell’autore presso la Sala Pia in Roma nel 1907, è composta nei tre movimenti: il primo, Molto Mosso, dal carattere brillante; il secondo, Adagio, di grande espressività e senso di nostalgia; il terzo, Presto-Movendo-Prestissimo pervaso da componenti di carattere virtuosistico, con un finale ricco di grande fascino e apoteosi orchestrale, scritto da un grande sinfonista. A proposito di questo terzo movimento, in un articolo non firmato del Corriere della Sera del 1907 leggiamo:

l’Autore…..travolto in una di quelle gioiose scorribande carnevalesche, in cui la Venezia d’un tempo cercava per poco di scordare le sue vicissitudini, in un oblio di gioia violenta, ebrezza di vino e d’amore, turbinare di vesti seriche e di canti orgiastici e, in qualche fugace tregua di silenzio, un tonfo grave di corpo morto che cade nell’acqua torba di un canale!-. Una cosa è certa – conclucle Battegazzorre -, Lorenzo Perosi è stato tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, come pochi tra i suoi contemporanei, al centro di una incredibile attività creativa e il finale della Suite Venezia ne è un esempio significativo.”

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