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Storia di una tortonese snob che entra in un bar del centro e rompe le scatole tutti


Gentile direttore,

chiedo ospitalità su Oggi Cronaca per illustrare ai lettori un curioso episodio capitatomi la scorsa mattina, in un bar molto frequentato di Tortona. Sono sicuro che non si tratta di episodio, per quanto poco importante, isolato. Sono sicuro che la stessa disagevole situazione sia già stata sperimentata, non con gli stessi protagonisti, da tante persone. Non si tratta di una esperienza degna di nota, se non per il fatto che rivela perfettamente il motivo per cui una parte significativa e maggioritaria della società europea ha, in questi anni, maturato diffidenza nelle persone che, generalizzando, esibiscono simpatie verso ciò che comunemente chiamiamo, dopo aver letto il celeberrimo romanzo di Tom Wolfe, l’ambiente Radical chic; o che, peggio ancora, emulano il comportamento dei protagonisti di quei medesimi ambienti.

Non erano neanche le otto di mattina e, davanti ad un cappuccino e ad un cornetto al pistacchio, iniziavo, come di consueto, a scorrere le pagine cartacee dei giornali quotidiani. Presto ho dovuto interrompere questa mia buona, almeno penso, abitudine. Anche la lettura del giornale diventa faticosa di fronte all’amara constatazione che anche nel cuore di una bella ed elegante signora può prendere albergo l’idiozia più corrosiva, la smaniante necessità di pontificare sul mondo intero, su qualsiasi cosa, in qualsiasi modo, pur di dire qualcosa,.

Più che altro perché, alle otto di mattina, quando rumori, tensioni, problemi dovrebbero, per cortesia, presentarsi con rispettosa cautela e delicatezza, irrompeva nel bar questa signora sui trent’anni

che ad alta voce, fingendo di rivolgersi solo all’amica che s’era portata appresso, povera vittima, scagliava  contro gli avventori un confuso monologo. Elencava così tutti i mali del mondo ed i vizi dell’umana plebaglia della quale, lasciava intendere l’amabile signora dagli occhialini sottili, non facevano parte le persone appartenenti alla sua nobile razza dei moralmente virtuosi.

In questo preciso ordine la nostra protagonista, dedicando una decina di secondi per argomento, ha parlato di: bambino siriano ferito e fotografato, burkini, cani e moda. Al primo ha riservato un sentimento di compassione, aggiungendo però che chi aveva prodotto quell’immagine avrà fatto un mucchio di soldi e ciò era ingiusto, lei non l’avrebbe fatto. A questo punto però, senza mai smettere di parlare, alla signora è ritornata alla mente un’altra fotografia; quella scattata mesi fa al bambino trovato senza vita in una spieggia greca, foto che tutti ricordano. Siccome la nostra intelligentona in quell’occasione non aveva beneficiato del suggerimento captato sul web (si capirà tra poco, continuando a leggere) e quindi non aveva potuto esibire analoga indignazione verso i fotografi che fanno in fondo il loro mestiere, doveva giustificarsi. Quasi sicuramente la signora pensa di non poter sbagliare: ogni suo atteggiamento, decisione, opinione deve essere nel giusto, e allora: “Io non avrei mai fotografato il bambino ferito, ma l’altro si…cosa c’entra, l’altro era morto!”.

Liquidata orrendamente la differenza tra i due bambini, d’un balzo la signora passava al burkini. “Proibirlo per legge è una stupidaggine, bisogna rispettare tutti, il commento di Luca è fuori luogo! E Maria che ci ha messo un like sullo stato di Paolo che aveva ritwittato Giovanni? Che dire di loro? Proprio non capiscono nulla, ma per favore, si vadano a leggere il post di Lucia!” E con poche frasi anche la faccenda burkini, puntualmente inserita nell’ordine del giorno dell’acuta trentenne dalla voce megafonale, veniva risolta.

Dal burkini al suo cane, il passo è breve, anche se oscuro ai più. Ma dell’ignoranza della gente la signora non si cura e così eccola illustrare all’amica sfinita il carattere del suo compagno quattro zampe: dolce, attento, intelligente, determinato nelle sue cose, puntiglioso! Per rendere il tutto credibile, un piccolo difetto molto concreto: non mangia le scatolette della… (la signora conosce tutte le marche di scatolette per i cani). Piccolo difetto, questione di gusti: la signora aggiusta il tutto ricordando agli avventori del bar che il suo amico preferisce….

Moda: “…me lo sono visto arrivare con gli infradito, ma non stava andando in spiaggia… che orrore!”.

Il monologo, per la fortuna dei presenti, è durato forse meno di un minuto. Un minuto per parlare, senza soluzione di continuità, di tutto ciò di cui deve parlare una signora perbene, informata dal tg, orientata dal suo oracolo-blogger, amante degli animali, perfettamente corrispondente alle aspettative dello stylist adviser. Chissà in quante altre occasioni ripeterà lo stesso identico carosello, la signora che voleva apparire intelligente, affascinante, speciale e più avanti degli altri? E invece tutti ricordano come quella che alzava la voce per dire cretinate alle otto di mattina.

Alessandro Morandini


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