Il tumore della prostata è la più frequente neoplasia dell’uomo con una incidenza del 12%. L’attribuzione delle categorie di rischio avviene solamente sulla base dell’antigene prostatico specifico – il PSA -e soprattutto dei risultati della biopsia prostatica, che è il mezzo diagnostico per eccellenza.
La biopsia, cioè il prelievo di campioni di tessuto da sottoporre ad indagine, deve quindi essere la più precisa ed attendibile possibile.
Con l’obiettivo di incrementare e potenziare la definizione diagnostica del tumore prostatico, la struttura complessa di Urologia di Novi Ligure, diretta dal dott. Franco Montefiore, ha intrapreso un progetto di sviluppo della metodica di biopsia prostatica fusion robotizzata con i dottori Paolo Mondino, Walter Fusco (Urologia Novi Ligure) e Roberto Pastorino (Radiologia Novi Ligure) i quali hanno seguito un corso di formazione presso la Clinica Universitaria Urologica di Tuebingen in Germania nel mese di maggio 2016.
Constatata l’efficacia e la sicurezza della tecnica, nelle date 29 e 30 giugno 2016 sono stati eseguiti i primi 7 casi di biopsia prostatica Fusion presso l’Urologia di Novi Ligure con la collaborazione degli ingegneri responsabili del sistema robotizzato Biobot , giunti da Singapore per fornire l’assistenza tecnica in considerazione della complessità della strumentazione in uso. Il supporto di tutta l’equipe medica e di tutto il personale infermieristico del Reparto, del day hospital e della sala operatoria ha permesso di concludere le sedute operatorie con successo e tutti i pazienti sono stati dimessi dopo poche ore dalla procedura.
Si è potuto constatare nella pratica che, mentre con i tradizionali sistemi in due dimensioni, anche aumentando il numero di prelievi, la percentuale di biopsie positive non ha mai superato il 30-35%, invece con l’introduzione delle tecniche di ecografia in 3D e della fusione di immagini con la risonanza magnetica, finalmente si è riusciti ad avere più dati positivi e meno biopsie inutili.
Con la biopsia prostatica fusion ed in pazienti selezionati, oggi è possibile eseguire delle biopsie mirate alle aree prostatiche sospette per tumore. Tutto ciò mediante una metodica di fusione dell’immagine ecografica e dell’immagine di risonanza magnetica.
Questo progetto rivolto alla diagnosi precoce del carcinoma prostatico rientra a tutti gli effetti nell’ambito del Gruppo Interdisciplinare di Cure – GIC – della Rete Oncologica, che è costituito da un’equipe medica composta da professionisti di diverse specializzazioni (nel caso specifico Urologia, Radiologia e Anatomia Patologica) e che stabilisce percorsi di cura più appropriati attraverso una visione complessiva della persona malata.
Alla luce dei brillanti risultati offerti dalla metodica e considerata la costante volontà di perseguire la ricerca di tecniche diagnostiche e terapeutiche mini invasive e sempre più accurate per il paziente, sono già state programmate altre sedute operatorie di biopsia prostatica fusion robotizzata per i mesi di agosto e settembre.