Nella serata del 10 giugno scorso, personale della Sezione Volanti dell’U.P.G. e S.P., ha denunciato in stato di libertà K.H. cittadino di nazionalità albanese, classe 1969 poiché resosi responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia e soggiorno illegale sul territorio nazionale. Gli stessi ufficiali e agenti di p.g. in considerazione della condotta del soggetto, previa autorizzazione del P.M. di turno, hanno provveduto all’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare.
Intorno alle ore 22.00, una volante è stata inviata dalla sala operativa della Questura in zona Università per la richiesta di soccorso da parte di una donna che riferiva di avere una violenta lite in atto con il marito.
Giunti sul luogo della segnalazione, gli agenti delle volanti sono saliti al terzo piano di un condominio ed hanno bussato alla porta di un interno da dove sentivano provenire urla di donna. Ad aprire la porta è stato proprio K.H., il quale appariva ancora in forte stato di agitazione e notevolmente infastidito dalla presenza degli operatori. Poco dopo, gli agenti hanno notato la presenza di una donna che, palesemente impaurita, si teneva abbracciata ad una ragazzina (nipotina di 8 anni) su un divano. Gli agenti hanno convinto l’uomo a farli entrare, calmandolo, ed hanno acclarato che all’interno dell’abitazione, oltre alla piccola, vi era anche la figlia, appena diciottenne, dei due.
L’uomo ha riferito agli agenti di avere avuto una animata discussione con la moglie che è sfociata in una lite, ma di non averla malmenata.
Dalle dichiarazioni della donna fatte agli agenti, il marito l’avrebbe prima aggredita verbalmente, per motivi futili, per poi passare alle vie di fatto, colpendola con schiaffi ed anche con pugni e facendole volare rovinosamente a terra gli occhiali; fatti poi acclarati dai visibili segni di percosse sul volto della donna, dal ritrovamento degli occhiali e dal referto ospedaliero (con prognosi di 5 giorni).
Inoltre sembrerebbe che l’uomo non sia nuovo a simili episodi di violenza, rivolti sempre alla moglie, anche in presenza dell’altro loro figlio minore, procurando loro un perdurante stato di paura e angoscia, così come denunciato dalla stessa in precedenti occasioni.
Successivamente, mentre la donna veniva accompagnata in prontosoccorso, i poliziotti hanno condotto l’uomo in Questura per accertamenti, constatando anche la permanenza irregolare sul T. N. e contattando il Pubblico Ministero di turno, al fine di adottare la misura precautelare dell’allontanamento “urgente” dalla casa familiare con il divieto di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa, vittima del suo futile gesto. Oltre alla contestazione per la violazione della legge sull’immigrazione, il K. H. è stato denunciato per il reato di maltrattamenti contro familiari.
Il successivo 12 luglio Il G.I.P. ha convalidato l’applicazione della misura adottata nell’immediatezza dei fatti, riconoscendone la sussistenza dei presupposti per l’applicazione e, su richiesta del P.M., ha disposto a carico dell’uomo, la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare integrata dal divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi di lavoro della stessa.
Si sottolinea che l’attività posta in essere in tale occasione dagli operatori di polizia a salvaguardia delle persone offese da tali reati è stata resa possibile dalla normativa che il legislatore ha emanato, con D.L. 14 agosto 2013, n. 93 (conv. con modifiche dalla L. 119/2013) recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, in cui è stata introdotta la misura dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare all’art. 384 bis c.p.
Questura di Alessandria