Le risultanze dell’ultimo Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica mi confermano l’esigenza di porre il problema a tutti i livelli istituzionali, cercando soluzioni in grado di aumentare il livello di sicurezza percepita dai cittadini.
I numeri e le percentuali diramati dalla Prefettura di Alessandria si scontrano, infatti, con quanto i cittadini mi segnalano ogni giorno e con gli episodi che lamentano, ultimamente sempre più numerosi. La recente raccolta di firme per il referendum sulla Legittima Difesa ha raccolto oltre 1800 adesioni: sono persone che si sono recate all’URP munite di documento di riconoscimento. Un numero altissimo rispetto alla media e, pur trattandosi di argomenti diversi seppur contigui, ognuna di queste persone racconta una sua esperienza legata alla sensazione di insicurezza diffusa.
Nel porre la questione, qualche giorno fa, mi sono riferita all’operazione “Strade Sicure” già applicata a Roma e in altre città (Firenze, Venezia, Bologna, Milano, Napoli, Bari, ecc) e che prevede l’utilizzo di personale dell’Esercito con compiti di presidio che permetterebbero di liberare personale delle Forze dell’Ordine. Ovviamente non invocavo colonne di artiglieria pesante o la militarizzazione della città (e solo per Alessandria): semplicemente pensavo che per tutte le città d’Italia (e non sono poche) alle prese con questi problemi venissero impiegati gli stessi mezzi e gli stessi presidi già utilizzati per la Capitale e altre grandi città.
Personalmente sono piuttosto divertita dall’ironia che la mia proposta ha scatenato in una certa parte della città – ironia che ritengo la prova del sarcasmo caustico degli alessandrini, sempre pronti a pensare “prendiamola bassa” – ma non era mia intenzione fare sparate o esprimermi per metafore. Al contrario, penso che la situazione sia seria e meriti proposte serie.
Ho preso atto dei numeri dei reati in costante calo, ma da mesi sono costretta a prendere atto dell’allarme crescente fra i cittadini. Dal canto mio, mi metto dalla parte di quelle persone che mi chiedono perché debbano continuare a subire i danni prodotti dai vandali, di chi non lascia uscire i figli da soli a piedi per paura, di chi guarda con preoccupazione gli appartamenti dei vicini visitati dai ladri; credo che, anche se l’ordine pubblico non è competenza del sindaco, sia mio dovere occuparmi di queste persone, anche fossero pochissime, che subiscono o hanno subito danni o semplicemente si sentono poco sicure.
Le Forze dell’Ordine svolgono un lavoro egregio, ma non credo di scoprire l’acqua calda se affermo che da tempo ormai sono sotto organico: ovviamente l’Amministrazione Comunale farà la sua parte riattivando le telecamere il più velocemente possibile e mettendo a disposizione il Corpo di Polizia Municipale (anch’esso ampiamente sotto organico) per il potenziamento dei servizi.
Molto spesso leggiamo le imprese del nostro cane antidroga Fox per operazioni coordinate da Carabinieri e Polizia. Ritengo però sia necessario produrre azioni più incisive per mitigare la legittima apprensione di cittadini che vengono malamente apostrofati e in qualche caso aggrediti da parcheggiatori abusivi, che attraversano i giardini della stazione solo perché costretti da esigenze inderogabili e hanno rinunciato a viverli perché si sentono insicuri.
So che l’aumento di vandalismo, la microcriminalità, la mancanza di senso civico interessano molte città in Italia, non certamente solo Alessandria, ma non vedo perché anche le città medio grandi come la nostra non possano usufruire dei mezzi e degli strumenti che ci sono, che sono previsti e che per ora vengono destinati a poche città d’Italia. Non ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B.
Per questo sosterrò la mia proposta in tutte le sedi nella convinzione che, anche questo tipo di delinquenza, cosiddetta minore, possa minare il sentimento di comunità alimentando sospetto e diffidenza.
Credo che si possa e si debba intervenire con decisione ora, prima che i danni prodotti incidano sulla nostra capacità di essere disponibili e accoglienti.
Maria Rita Rossa