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Lettera aperta di me.dea contro la violenza sulle donne

Ci sono storie che non vorremmo mai ascoltare o essere costrette a commentare. L’ultima è quella di Sara, strangolata e bruciata a 22 anni dall’ex fidanzato, a Roma. Una vita spezzata in modo così atroce per la smania di possesso, l’ossessione, l’incapacità di accettare che una relazione finisca.

Sara ha tentato di salvarsi.
Nel cuore della notte, inseguita e speronata dall’auto dell’ex, poi raggiunta e cosparsa di benzina, ha               provato a chiedere aiuto ad alcuni automobilisti di passaggio.
Nessuno si è fermato.
Nessuno, forse, ha capito la gravità della situazione.
Nessuno ha avuto il coraggio di intervenire, nè il buonsenso di chiamare le Forze dell’Ordine.
E per Sara è stata la fine.

Oggi fa tremendamente male pensare che se uno di quei cittadini fosse intervenuto forse Sara sarebbe               ancora viva.
Fa male, ma ci dobbiamo fermare a riflettere    
La violenza si nutre di indifferenza e finché crederemo che i panni sporchi si devono lavare in casa avremo altre Sara sulla coscienza collettiva.

Per fortuna ci sono anche storie diverse.
Storie di coraggio e altruismo.
Quello che è accaduto sabato sera in centro, ad Alessandria, merita di essere raccontato, perchè storie così fanno la differenza.

Un uomo e una donna litigano per strada. Inizialmente sembra una normale discussione, ma presto il limite viene superato. Lui inizia a picchiare lei.
Non sappiamo cosa sarebbe accaduto, se non fosse passato di lì un cittadino, convinto che non ci si possa voltare dall’altra parte, fare finta di niente e tirare dritto.
Paolo (nome di fantasia) è intervenuto e per fermare l’ira dell’uomo che, noncurante dell’arrivo dell’estraneo continuava a malmenare la sua fidanzata (o moglie, chissà), è stato a sua volta aggredito e ferito.
E’ finito a terra incosciente, fino all’arrivo dell’ambulanza, chiamata da altri passanti.
Dopo una notte in ospedale e tanto spavento, per fortuna, si è ripreso e oggi sta bene.
Dell’aggressore, e della donna che era con lui, non si hanno notizie. Sull’accaduto sta indagando la Polizia.

Paolo non è un eroe e né si sente tale.
Ha agito con istinto. Non ha pensato alle conseguenze, ma solo a tirar fuori quella ragazza da una terribile situazione.

Pensando a Sara, che nelle stesse ore veniva uccisa dopo aver chieso aiuto invano, questa storia ci ha profondamente colpite.
Continueremo a dire alle donne di non ignorare i primi segnali di una relazione malata, di non presentarsi al cosiddetto “ultimo appuntamento“, di non avere paura a raccontare quello che vivono, ma oggi più che mai è necessario iniziare a parlare con forza anche a tutti gli altri, perchè ciascuno di noi, nel proprio quotidiano, può essere testimone di fatti violenti, venire a conoscenza di situazioni drammatiche, e deve scegliere cosa fare, da che parte stare.

Paolo non ha avuto esitazioni e ha scelto.
Noi non possiamo che ringraziarlo per il suo gesto e per il contributo che ha dato alla lotta contro la violenza sulle donne.  Una lotta che vinceremo quando la violenza di genere cesserà di essere considerata un problema delle donne, ma smuoverà le coscienze di tutti.                                          

                                                                                   Le operatrici di me.dea


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