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Valenza, la chiamavano “la vecchia” ma spacciava droga, arrestata

Nella giornata di venerdì personale della Squadra Mobile, al termine di una mirata attività d’indagine finalizzata al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti nella città di Valenza ha tratto in arresto una cittadina italiana tale Casu Rita nata a milano il 03.05.1960 e residente in Valenza, nullafacente e pregiudicata.

La donna era molto nota nella zona con l’alias “La Vecchia” ed era solita da tempo vendere al dettaglio presso la sua abitazione a giovani ragazzi anche minorenni dosi giornaliere di sostanze stupefacenti del tipo hashish, marijuana e cocaina.

Nella data predetta si procedeva ad eseguire una perquisizione domiciliare rinvenendo all’interno dell’abitazione, occultate in diverse stanze: 155 gr. del tipo hashish, 10 dosi di cocaina termosaldate e 3.000,00 euro circa in contanti, come provento dell’attività di spaccio.

Durante le operazioni di p.g. Gli uomini della squadra mobile potevano accertare il continuo afflusso di “clienti” che sistematicamente suonavano alla porta della Casu per rifornirsi di droga. All’interno dell’abitazione veniva altresì rinvenuta attrezzatura e materiale per il confezionamento delle dosi, unitamente ad un bilancino di precisione.

La donna aveva stabilito un vero e proprio protocollo comportamentale che i suoi clienti dovevano osservare, consistente in particolari accorgimenti quali: nessuna conversazione o contatto telefonico; il primo “incontro” doveva avvenire esclusivamente tramite presentazione da parte di cliente già “accreditato” dalla donna; lo scambio denaro/dosi avveniva presso l’abitazione della Casu che incontrava i vari clienti rimanendo dietro un’inferriata posta a sua protezione sul ballatoio afferente la sua dimora. In tale contesto l’avventore doveva assicurarsi di essere l’unico presente all’interno del cortile, cosa che la donna verificava personalmente, essendo la sua abitazione posta al primo piano di tale stabile ad un’altezza di circa 5 mt.

La stessa aveva inoltre posizionato degli specchietti retrovisori (tipici delle autovetture) su ogni finestra delimitante il perimetro della sua abitazione, per poter osservare dall’interno, le persone che erano in procinto di farle “visita”.

Dopo le operazioni di rito la Casu veniva associata presso la casa circondariale di torino “Lorusso Cotugno” in attesa di giudizio.

 

 

 

 

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