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Unioni civili, ecco cosa ne pensano i politici alessandrini

Le Unioni civili sono legge, la Camera ha approvato con 372 sì e 51 contrari il provvedimento. Dopo sei anni dalla prima sollecitazione della Corte Costituzionale che invitava il Parlamento a legiferare in materia, e dopo 17 anni dai Pacs francesi, anche l’Italia tra aspre polemiche e forti divergenze, ha una legge sulle unioni civili che dà riconoscimento giuridico alle coppie omosessuali.

Il Governo è ricorso alla fiducia per garantire rapidamente il risultato afferma che è una pagina storica, ma l’opposizione e il mondo cattolico che sono in forte fermento la ritengono una pagina nera, il centrodestra con il leader della Lega Nord Matteo Salvini invoca l’obiezione di coscienza per i sindaci, invitandoli di fatto a non applicare la legge. In tal senso abbiamo interrogato diversi esponenti politici dei vari partiti, a livello locale, regionale e Nazionale, queste sono le loro risposte.

 

Giovanni Barosini, Consigliere Comunale

Ribadisco in sintesi i miei personali punti inamovibili.

SI ad un totale ampliamento dei diritti,  per le coppie, di qualunque natura esse siano.

NO al matrimonio per le coppie omosessuali.

NO assoluto all’adozione per le coppie omosessuali.

Porre la fiducia, come sta accadendo in queste ore, su tali temi, ritengo sia indecoroso.

Castrare il dibattito, che meriterebbe seri approfondimenti socio-culturali, è l’ennesima dimostrazione di una cinica considerazione delle Istituzioni.

 

Roberto Sarti, Presidente Gruppo Lega Nord

La Legge sulle unioni civili non rappresenta di certo la priorità del Paese. Al contrario questo Paese ha bisogno di contrasto all’immigrazione,di lavoro,di sicurezza,di legittima difesa per far fronte alla crescente è dilagante criminalità . La legge sulle unioni civili voluta dal Governo e dal Partito Democratico è di fatto un attacco mortale alla famiglia tradizionale composta da un papà ,una mamma e dai figli. Non una famiglia quindi costituita dal genitore 1 e dal genitore 2. La Lega dice un sì convinto al confronto sui diritti e sui doveri individuali. La Lega dice un no chiaro e secco alla famiglia omosessuale; dice no al matrimonio omosessuale,no all’adozione fatta da persone dello stesso sesso. Esiste il diritto fondamentale è imprescindibile del bambino ad avere un padre e una madre. La Lega ribadisce un no alla pratica dell’utero in affitto,alla mercificazione del corpo femminile che lede la dignità della donna. Per questi motivi la Lega oggi ha votato contro questo Governo indegno,indecoroso e vergognoso. Ha votato contro l’ennesima fiducia di un Governo irresponsabile servo dei poteri forti.

 

Daniele Borioli, Senatore PD

È l’Italia che vince. Perché da oggi si arricchisce della cittadinanza piena di coloro cui prima era negato il diritto ad unire davanti allo Stato il loro amore. Poche volte una legge è anche una lettera d’amore. Questa è una di quelle.

 

Daniele Coloris, Direzione Regionale PD

L’ Italia era l’unico paese tra i 28 della Unione Europea a non avere una regolamentazione sulle Unioni Civili, un ritardo  finalmente  colmato, con tutte le mediazioni possibili, nonostante i tentativi di ostruzionismo e il clima di intolleranza dei mesi scorsi ,in diminuzione peraltro a dimostrazione che il paese reale era più “avanti “.

Alla Festa de L’Unità alla Soms Cristo dello scorso luglio abbiamo ospitato la relatrice del provvedimento, la senatrice Cirinnà, assieme a Daniele Borioli per un dibattito dove ben si spiegava la legge e le sue articolazioni, la sua approvazione definitiva sono una garanzia necessaria per tutte le coppie, non solo dello stesso sesso , e forme di convivenza . Bene ha fatto il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi a porre con decisione la questione dei tempi e anche il ricorso alla fiducia , con numeri  decisamente significativi. Disturbano, ma saranno ininfluenti, le  ridicole dichiarazioni di “disubbidienza” del centrodestra e i pochi residuali di supersinistra ( ? ) che, alzando sempre l’asticella, hanno negli effetti remato contro i diritti.

Come si disse nel 74, dopo il referendum sul divorzio, ” l’ Italia è un paese moderno”

 

Cristina Bargero, Deputato PD

A trent’anni dalla prima proposta di legge, le Unioni Civili sono finalmente Legge dello Stato. Il voto di oggi costituisce una tappa importante per la storia democratica del nostro paese, rendendolo più uguale è giusto migliore, rendendolo un luogo in cii  tante cittadine e cittadini possono costruire con  più diritti un progetto di vita comune.

È’ un giorno di festa come ha detto il presidente del consiglio Renzi dedicato soprattutto a chi ha aspettato questa legge per anni, a chi chiedeva riconoscimento e rispetto per un progetto d’amore. E aver partecipato col mio voto a questa giornata storica mi ha emozionata.

 

 

Fabio Lavagno, Deputato PD

Unioni civili, finalmente legge, con l’approvazione definitiva da parte della Camera dei Deputati della legge sulle unioni civili, l’Italia esce dal medioevo dei diritti in cui era confinata, ponendo una solida base al percorso verso la piena parità di tutti i cittadini.

Dopo 30 anni dalla presentazione della prima proposta di legge in Parlamento e dopo decenni di tentennamenti e ritardi ingiustificati si restituisce dignità alle persone omosessuali rimuovendo discriminazioni non più tollerabili, attribuendo diritti basilari fino ad oggi negati.

Da domani le coppie omosessuali si potranno registrare difronte ad un ufficiale di stato civile e potranno condividere il cognome e il domicilio, istituire un regime di comunione dei beni, assistersi nellamalattia, usufruire della reversibilità della pensione, ereditare dal partner.

La legge oggi approvata è frutto di un cammino portato avanti con determinazione da parte del Governo e del Partito Democratico, superando contrapposizioni ideologiche, strumentalizzazioni e biechiripensamenti messi in scena speculando sulla vita delle persone.

Si è trattato di cammino lungo e non ancora concluso nelle pienezza dei diritti. È importante però avere la consapevolezza di aver scritto una pagina importante nella storia dei diritti di questo Paese, e che altre ancora andranno scritte per rendere effettivo sino in fondo il principio di uguaglianza.

 

 

Roberto Massaro, Consigliere comunale PD

“L’approvazione definitiva della legge sulle unioni civili è un gesto di civiltà necessario. La regolamentazione in termini pubblici di queste unioni è un fatto positivo perchè le toglie dal mondo oscuro e diseguale del contrattualismo privato, come invece qualcuno ha continuato a chiedere fossero ricondotte, che per definizione è gestito diversamente da chi è ricco rispetto a tutti gli altri. Come cattolico, credo nel valore sacramentale del matrimonio, in cui ho trovato la mia vocazione, e nella sua differenza rispetto ad altre forme di unione. Credo altresì che essere cristiani significhi “fare ogni bene a tutti” per cui una regolamentazione giuridica che tuteli anche le coppie omosessuali è un fatto di giustizia. C’è un valore umano del messaggio cristiano che può rispondere al desiderio di amore e di felicità che è di tutti, anche di coloro che non vivono il sacramento del matrimonio. Nella consapevolezza che il Catechismo e il Codice Civile sono libri diversi, sono convinto che abbia senso affermare una distinzione, nel riconoscimento dell’incontro nella differenza e della generatività come valori sociali, ma non nella direzione di una stigmatizzazione di unioni altre rispetto al matrimonio tra uomo e donna. La linea da non valicare è per me la maternità surrogata, perché qui entrano in gioco altri soggetti rispetto alla coppia, con la loro dignità e i loro diritti. ”

 

Claudio Falleti, Assessore I Moderati

Con l’approvazione di questa legge per alcuni il nostro paese fa un passo avanti, per altri fa un passo indietro.

E’ chiaro che al di fuori del matrimonio molte posizioni sono state per anni difficilmente regolamentate lasciando i Tribunali a svolgere il ruolo di “legislatore de facto” attraverso pronunce giurisprudenziali in continua evoluzione. Non credo sia semplice far convivere insieme Valori, Credo, Sentimenti, Norme. Ognuno di noi ha una coscienza, ognuno di noi ha un sentimento, tutti però nel momento in cui una legge viene promulgata, da cittadini dello Stato siamo nel dovere di rispettarla. Ovviamente il nostro legislatore e tutti coloro che al Governo ci rappresentano (maggioranza e opposizione) hanno discusso per noi, hanno votato, hanno approvato.

Io personalmente sono un Cattolico Praticante seguo il mio percorso ed i miei valori, ma non posso permettermi di imporli o di giudicare i sentimenti o le scelte degli altri perché tutti abbiamo diritto di vivere serenamente la nostra esistenza.

 

Massimo Brina, Segretario cittadino PD 

L’approvazione alla Camera dei Deputati della legge sulle Unioni Civili è un fatto straordinario nel panorama politico italiano perché su una questione importantissima per tantissime persone, finalmente è stata approvata una legge che pone fine ad un dibattito che dura da oltre 15 anni. In passato si è parlato dei Di.Co, dei PACS e di altri progetti certamente interessanti e che hanno determinato un vivace dibattito politico su temi rientranti nell’ambito dei diritti civili dei cittadini; tuttavia, quei dibattiti hanno avuto sempre il solito esito: la mancata approvazione di una legge che disciplinasse le unioni di fatto attribuendo diritti a posizioni estremamente diffuse nella società civile dei paesi occidentali.

Si tratta quindi di una iniziativa legislativa che risponde ad esigenze della società e non della politica; politica che, nella paura di precludersi consensi elettorali, per tanti anni ha abdicato alla sua funzione.

Finalmente si è colmato il ritardo con gli altri paesi europei, e non solo quelli del nord Europa, segnando un intervento legislativo sul tema che è stato salutato con favore da tantissime persone.

Anche questa volta la politica del Pd e del Governo Renzi , pur nelle legittime contrapposizioni, ha saputo dare una risposta senza rinviare ogni decisione per non assumersi responsabilità.

 

Piercarlo Fabbio, Consigliere Comunale e Capo Gruppo PDL

Ma è veramente l’Europa che ci chiede di adeguare la nostra tradizione, le nostre radici ad un’evoluzione laico-relativistica che non trova riscontro se non nei comportamenti di minoranze, che pure andranno tutelate, ma non devono diventare maggioranze quando non lo sono? Oppure è la frenesia di un autoritario Renzi che proprio sull’altare dell’Europa – e finora noi siamo riusciti solo – criticati – a costruire un altare della patria – immola quotidianamente una riforma per far dire ad altri che ne sanno meno ancora di lui che l’Italia sta ben facendo i compiti che il tristo ed oscuro Berlusconi non voleva fare?

Un po’ tutte e due le contraddizioni stanno nella legge sulle unioni civili, preparata così certosinamente da organizzare persino l’accensione multicolore di fontana di Trevi. Chissà cosa avranno pensato i turisti ieri a Roma nel vedere questa bella pensata? Indipendentemente da loro, la colorazione della pace (che è una cosa seria) simboleggia come la sinistra abbia occupato così tanti spazi da utilizzare le istituzioni non solo per decidere, ma anche per festeggiare unilateralmente una legge che si sa come divida il Paese e che, secondo chi l’ha almeno letta una volta, favorisce addirittura la bigamia. O almeno la tollera e non la punisce.

Massì, i costumi cambiano. Non si può sempre rimanere fedeli alle vecchie e artritiche posizioni sociali. C’è gente che non si vuole sposare ma vuole vivere assieme? Lo Stato illiberale e dispotico gli fa una leggina e una grande festa. Magari i problemi rimarranno, ma vuoi mettere presentarsi davanti ad un sindaco con due testimoni e sottoscrivere un contrattino da interrompere a piacimento? Momenti ci scappava anche l’adozione, se non vi fosse stata l’impuntatura più dei cattolici del PD che di NCD, avremmo avuto una famiglia con un figlio e due mamme-mamme o due papà-papà. L’abbiamo scampata ma non si sa per quanto.

Chi oggi lavora per un Referendum abrogativo intanto segnala una cosa e ne rischia un’altra: la prima è che la legge fa talmente pietà che è già da far saltare appena approvata; la seconda che, in caso di sconfitta referendaria (peraltro possibile vista l’idiosincrasia per il quorum mostrata a più riprese dagli italiani), riprenderanno fiato coloro che attendono l’olocausto completo del matrimonio per interessi gender.

E la famiglia? Riformata, madama Merkel. Riformata, Monsieur Hollande. Come? Voi ci avete chiesto le riforme e noi le abbiamo fatte grazie al duo Boschi-Renzi, ma per caso ci avete detto come? No! E allora? Tanto vi basti! Peccato che qui da noi le leggi poi debbano essere applicate e rispettate e persino il povero Salvini non sappia che pesci pigliare in termini di contrasto ad una legge-festaiola, che viene spiegata in un modo, ma è decisamente in un altro. Del resto i latini dicevano “est modus in rebus”. Ah, già, ma i latini eravamo noi, gli altri in allora erano Barbari e Galli. E quindi riformiamo anche la storia. Che ne dite di abolire Giulio Cesare e di istituire il Bruto-day?

Pier Carlo Lava


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