I militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Alessandria unitamente al personale della Direzione Territoriale del Lavoro di Alessandria, congiuntamente al personale in uniforme del Comando Compagnia Carabinieri di Tortona, al fine di contrastare il fenomeno del lavoro nero e irregolare, l’illecita somministrazione di manodopera ed in particolare il cosiddetto “caporalato” nelle giornate del 20 e 21 aprile, effettuavano accessi ispettivi in diverse aziende agricole nella piana del tortonese.
Gli accessi ispettivi, preceduti da un’attività info/investigativa con servizi di osservazione, controllo e pedinamento, da parte dei militari del NIL, consentivano di individuare una organizzazione di almeno, cinque soggetti, di cittadini marocchini che da anni esercitavano l’attività di intermediazione illecita di manodopera su tutto il territorio della piana, utilizzando diversi automezzi. Costoro per dare una parvenza legale allo loro attività costituiva, con falsa documentazione, una fittizia cooperativa, gestita da un unico soggetto, in concorso con altri legati da vincoli di parentela, nel suo esclusivo interesse ed in spregio delle fondamentali finalità di natura mutualistica e solidaristica che dovrebbe presiedere a tali iniziative imprenditoriali, mascherando di fatto la vera natura ed attività di caporalato. Nel caso specifico i lavoratori risultavano all’oscuro di far parte di una cooperativa di lavoro, non conoscevano i contenuti dello statuto sociale, nonché i principi fondamentali del loro sodalizio, ignari di aver un contratto di lavoro con la cooperativa, tenuti soltanto, su ordine dell’amministratore unico della cooperativa, a raggiungere, ogni mattina, i punti di raccolta per poi recarsi sul luogo di lavoro accompagnati dall’autista di turno dell’organizzazione.
Di fatto l’organizzazione con i diversi automezzi reperiva la manodopera, tutti cittadini di origine marocchina, da due punti ben distinti del territorio, Castelnuovo Scrivia e Sale, e la portava presso le aziende che ne aveva fatto richiesta, qui veniva impiegata per la piantumazione e la raccolta di orticole varie. Le attività di controllo, più in dettaglio, sono state avviate a seguito di un’analisi del tessuto economico agricolo della piana, da cui è emersa la ben nota tendenza di molte aziende agricole ad esternalizzare intere fasi del ciclo produttivo affidandosi a soggetti terzi attraverso la sottoscrizione di contratti di prestazione di manodopera.
Tali metodologie se, da un lato, consentono al soggetto committente di sostenere costi per il personale più contenuti, sotto il profilo contributivo/fiscale, dall’altro possono spesso preludere alla consumazione di comportamenti fraudolenti e simulatori che alterano l’attuazione del principio della libera concorrenza tra le imprese, a detrimento dei diritti e delle garanzie dei lavoratori impiegati, atteso che sotto le mentite spoglie di strutturate prestazioni di servizi, vengono occultate vere e proprie attività di lavoro dipendente svolto da persone fisiche che, nella maggioranza dei casi, sono completamente inconsapevoli dei comportamenti irregolari assunti dai propri datori di lavoro.