Venerdì 8 aprile, presso la sala del Cine-teatro Roma di Arquata Scrivia, il Vescovo di Tortona Mons. Vittorio Viola, invitato dall’UNI TRE in collaborazione con la parrocchia, ha tenuto una conferenza sull’Enciclica papale “LAUDATO SI”.
Dopo il saluto del parroco don Piccinini, del presidente dell’UNI TRE prof. Luciano Borghini, e una brevissima biografia su padre Vittorio presentata dal prof. Bonaventura, il Vescovo è entrato nel merito del tema dicendo che la ” Laudato sì” è il tema della casa comune che papa Francesco affida a tutti perché alla conversione ecologica tutti sono chiamati.
La “Laudato sì”, tratta temi importanti come la critica al paradigma tecnologico, il valore di ogni creatura e i nuovi stili di vita alternativi al consumismo e alla cultura dello scarto.
Nel progetto della modernità ha prevalso una secolarizzazione senza valori, con l’essere umano che non sa più dialogare con la casa comune che lo ospita, ma ne è diventato usurpatore e sfruttatore. La modernità ha saccheggiato la natura e ha esaltato i soldi, il potere, dimenticando i valori morali e spirituali. La modernità tecnologica, ha fatto perdere all’uomo il gusto della meditazione e della contemplazione, parte fondante, per la spiritualità.
Il Papa, ha continuato il vescovo Viola, aiuta a comprendere che la modernità ha privato l’uomo di valori quali meraviglia e stupore che consentono di guardare al mondo con occhi puri di chi non se ne sente il padrone. Oggi c’è una diffusa cultura non della contemplazione, ma del consumo e la modernità ha ridotto l’uomo a corpo e mente, ignorando del tutto lo spirito.
San Francesco, dice Mons. Viola, è l’esempio dell’uomo che, riconciliato con Dio, recupera le altre relazioni, vivendo con tutte le creature l’esperienza della fraternità. Ma l’uomo della modernità dopo aver rotto il rapporto dialogico con Dio, ha dato inizio ad una crisi culturale, espressione di un antropocentrismo di tipo tecnocratico con cui ha impostato il proprio strapotere sulla natura. L’uomo moderno, avviandosi alla conclusione per Mons. Viola, ha frainteso i verbi “dominare e soggiogare” della Genesi e si è autopromosso signore e padrone di una terra giardino di cui, invece, dovrebbe essere custode. La creazione è parola di Dio, ma, per leggere questa parola, è necessario avere l’animo riconciliato come San Francesco che compone il cantico quando, armai cieco, non vede nulla di ciò che canta, eppure esprime una profonda comunione con tutte le creature: è uno sguardo innamorato e interiore quello di Francesco che vede il Creatore nelle creature, poiché ogni creatura ha in se qualcosa dello Spirito vivificante di Dio.