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Difficoltà per gli studenti, specialmente per quelli della campagna piemontese

Torino culla universitaria del Piemonte? A parole, forse. Il motivo di questa affermazione è da far risalire alle politiche volute dalla giunta piemontese per la gestione ed il finanziamento degli alloggi universitari per gli studenti torinesi e fuori sede, rientranti in una fascia ISEE agevolata. Prendendo ad esempio la città di Tortona, sono moltissimi gli studenti che decidono di andare a studiare nel capoluogo piemontese in cerca di fare esperienza nella metropoli, ma spesso si trovano a cambiare idea a cause di numerosi problemi non facili da superare, tra i quali c’è la mancanza di finanziamenti per gli studenti. Stando a quanto dichiarato dall’Edisu, l’ente che si occupa di tale gestione, la regione Piemonte avrebbe tutte le intenzioni di abbassare ulteriormente il già esiguo fondo di finanziamento per le residenze universitarie: un problema che metterebbe a rischio gli studenti, facendo saltare più di un alloggio, e che non permetterebbe all’Edisu di gestire gli altissimi costi di mantenimento delle strutture. Nonostante Torino sia comunque una città particolarmente frequentata da studenti, dunque, il rischio che questa situazione cambi è molto alto.

Casa, ma quanto mi costi?

Il motivo delle remore di molti studenti è una diretta conseguenza della drastica diminuzione di camere disponibili nelle residenze universitarie: a causa del taglio dei finanziamenti della regione, infatti, molti sono e saranno costretti a pagarsi da soli l’affitto di una camera. E qui entriamo in un terreno particolarmente accidentato: Torino è infatti una delle città italiane con gli affitti più costosi. Stando al trend del mercato immobiliare del 2016, infatti, gli studenti dovranno sborsare il 10% in più rispetto agli anni passati: una cifra intorno ai 400 euro per le stanze singole, mentre quelle in condivisione si alzeranno sui 300 euro mensili. Cifre da capogiro, insostenibili per molte famiglie non solo piemontesi, ma in generale italiane.

La soluzione? Gli atenei online

Gli studenti piemontesi possono comunque tirare un sospiro di sollievo. Infatti, grazie alle università telematiche riconosciute dal Miur, studiare online sta diventando uno standard per migliaia di studenti: esistono atenei come quello di Niccolò Cusano che offre la possibilità di laurearsi online senza spendere migliaia di euro annui per l’affitto di un appartamento, oltre a garantire un risparmio sulle spese di tutti i giorni, che negli ultimi anni stanno diventando sempre più alte a causa del rincaro delle utenze domestiche. Non bisogna dimenticare, infatti, che Torino è la città più cara d’Italia: stando ad uno studio dell’Osservatorio Nazionale Federconsumi, le famiglie torinesi spendono circa 3.000 euro all’anno solo per poter usufruire dei mezzi pubblici. Senza poi considerare le spese da affrontare per l’alimentazione, la sanità e, come già sottolineato, gli affitti. Il motivo? Torino è la città con il tasso d’inflazione più alto in Italia.

Il malcontento dei torinesi

Ma gli studenti piemontesi non sono gli unici a dover fare i conti con i difetti di Torino: anche i cittadini torinesi, infatti, hanno di che lamentarsi. Secondo il rapporto Eurobarometer, una grossa percentuale di torinesi sostiene che la città è diventata poco sicura soprattutto la sera, e che l’invasione di stranieri ha ridotto i posti di lavoro disponibili. Inoltre, anche le strade piene di buche ed i palazzi che cadono a pezzi risultano oggetto di molte lamentele presso il Comune: in altre parole, prima di definirsi città universitaria, Torino dovrebbe innanzitutto tornare ad essere una città vivibile.

 

 

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