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Novi Ligure ha organizzato un consiglio comunale aperto sul Terzo valico


Un pubblico numeroso ha partecipato al Consiglio Comunale aperto che si è tenuto ieri sera, lunedì 21 marzo, presso la Biblioteca Civica per la discussione sul progetto definitivo della variante “Interconnessione di Novi Ligure alternativa allo Shunt” – Terzo Valico dei Giovi. In apertura, il Sindaco, Rocchino Muliere, ha ricordato le prossime scadenze. Il 4 aprile è il termine per presentare osservazioni scritte al Comune da parte dei cittadini. Sarà facoltà del Consiglio Comunale, già convocato per l’11 aprile, accogliere le osservazioni che riterrà pertinenti all’interno della deliberazione consiliare, in vista della seduta finale della Conferenza di Servizi istruttoria prevista entro il 19 aprile prossimo.

La seduta è proseguita con l’illustrazione della variante da parte dell’ing. Aldo Mancarella. Il tecnico Cociv ha spiegato che per i due tratti del progetto, uno extraurbano e l’altro urbano, saranno garantiti i massimi standard di sicurezza. Il passaggio in città della linea verso Torino, in particolare, non comporterà la realizzazione di nuovi binari ma sono previsti interventi per mitigare l’impatto acustico attraverso barriere fono assorbenti che si svilupperanno per circa 4 chilometri con un’altezza media di 5 metri. I lavori saranno realizzati in gran parte all’interno della linea ferroviaria e solo in alcuni casi all’esterno. L’abbattimento del rumore e delle vibrazioni – ha precisato Mancarella – rispetterà la normativa oggi vigente e le valutazioni sono state fatte attraverso misurazioni reali. L’impatto ambientale, inoltre, verrà notevolmente ridotto in quanto il materiale di scavo prodotto sarà di 760 mila metri cubi, circa la metà rispetto alla realizzazione dello shunt.

Subito dopo è intervenuto il Sindaco Muliere, il quale ha ricordato che già nel 2003 il Consiglio Comunale di Novi aveva espresso dubbi sulla realizzazione dello shunt, vale a dire la circonvallazione ferroviaria che collega il Terzo Valico alla linea storica per Torino, tanto che la richiesta di eliminazione fu poi formalizzata nella deliberazione consiliare approvata nel 2005. «Abbiamo analizzato attentamente la situazione – ha affermato Muliere – mettendo sul piatto della bilancia vantaggi e svantaggi delle due alternative. Diversi fattori ci fanno propendere verso l’eliminazione dello shunt. Innanzitutto si evita la realizzazione di 7 chilometri di strada ferrata con conseguente minor consumo di territorio. In questo modo il suolo occupato sarà pari a 46 ettari, meno della metà rispetto ai 101 previsti originariamente. Un’altra questione riguarda l’interferenza dello shunt con le falde acquifere, problema che viene risolto dall’interconnessione con la linea storica. Per quanto riguarda l’aspetto idrogeologico – ha sottolineato il Sindaco – chiederemo la costruzione di un nuovo scolmatore per alleggerire la portata del Rio Gazzo e dell’attuale scolmatore che porta l’acqua allo Scrivia».

Un altro aspetto riguarda l’isolamento ferroviario della stazione e dello scalo di San Bovo che la circonvallazione inevitabilmente comporterebbe. «Già oggi – ha ricordato Muliere – il nostro nodo ferroviario sta perdendo importanza ed è in difficoltà soprattutto nei collegamenti con Milano. Lo shunt aggraverebbe il problema e decreterebbe la morte definitiva dello scalo merci. È nostra intenzione affrontare con forza la situazione chiedendo impegni precisi per potenziare il traffico passeggeri e per realizzare il doppio binario verso Pozzolo. Inoltre, con la realizzazione della “tangenzialina” e di altre opere di permeabilità, si avranno notevoli benefici e miglioramenti nei confronti della viabilità cittadina».

Una conseguenza dell’eliminazione dello shunt sarà un aumento del traffico ferroviario in città che, in base alle previsioni future, potrebbe passare dagli attuali 117 convogli (tra treni merci e passeggeri) a circa 200 al giorno. «Per limitare il rumore saranno installate delle barriere fono assorbenti. Ricordo però – ha concluso il Sindaco – che la legge già ne impone l’installazione nei centri abitati, quindi verranno realizzate ugualmente al di là del passaggio della nuova linea. A questo proposito l’Amministrazione comunale chiederà prescrizioni precise per mitigare l’impatto ambientale attraverso l’utilizzo, in alcuni punti della città, di materiali trasparenti».

 

La riunione è continuata con la discussione aperta al pubblico. Nei vari interventi, i cittadini presenti hanno in particolare contestato l’opera in generale, ritenendola inutile, costosa e pericolosa dal punto di vista ambientale.

Diverse sono state le posizioni espresse dai Consiglieri Comunali. Nettamente contrari al Terzo Valico si sono detti Marco Bertoli (per le problematiche che dovrà subire la città) e Carmine Cascarino (le risorse andrebbero utilizzate per opere più utili al territorio). Maria Rosa Porta e Costanzo Cuccuru si sono invece dichiarati favorevoli all’opera ma hanno contestato il collegamento con la linea storica ritenendolo dannoso e inutile ai fini della valorizzazione dello scalo di San Bovo, rivalutando l’alternativa dello shunt per unificare la città attualmente divisa dalla ferrovia.

A sostegno della posizione dell’Amministrazione comunale gli interventi di Daniele Gualco e Bruno Motta i quali, pur non entrando nel merito dell’opera giudicata strategica dal Governo e quindi non sindacabile da parte degli Enti Locali, hanno rimarcato l’impegno profuso per limitare l’impatto sull’ambiente e valorizzare le ricadute positive sul territorio. In particolare, Motta ha sottolineato come l’eliminazione dello shunt, seppur per un breve tratto rispetto all’opera complessiva, sia orientato verso il potenziamento della linea storica, posizione che, in linea generale, è sostenuta anche dagli oppositori del Terzo Valico.

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