Caro Direttore,
La politica tortonese finalmente va in scena e dimostra tutte le sue capacità. No non mi fraintenda, non per l’ospedale. Non sia mai. Lasciamocelo portare via tanto oramai il più è andato.
Quello a cui mi riferisco sono prove tecniche per riprendere in mano la gestione del teatro civico. In cartellone c’è uno spettacolo che nelle intenzioni di attori e regista forse dovrebbe essere drammatico ma a un pubblico attento si evidenzia assolutamente comico, se non addirittura grottesco.
Zia e nipote che, a quanto pare, rassegnerebbero i propri mandati (rispettivamente da assessore e da capogruppo in consiglio comunale) nelle mani del segretario di partito perché qualcuno non cede al diktat che vorrebbe vedere eletto come presidente del consiglio comunale l’ennesimo esponente PD.
Questo almeno sembra emergere dai corridoi del municipio di Tortona, perché come ormai siamo abituati, dal Comune certe azioni non vengono mai divulgate pubblicamente.
Immaginiamo che, nel caso in cui questo fosse vero, il segretario del PD, Antonello Santoro, metterà tali deleghe insieme alle arcinote tessere di partito restituite tanto tempo fa da alcuni sindaci PD e che sono oramai ammuffite chissà dove, per cui non c’é da preoccuparsi sui possibili nefasti esiti di questa provvida azione, tuttavia una considerazione si pone: in via Zenone, sede del PD non sono proprio disposti a cedere nulla alla coalizione che li ha sostenuti in campagna elettorale e contribuito a far vincere loro le ultime elezioni? Non mollano nemmeno una carica?
Dopo tutte le nomine che hanno fatto a proprio gradimento, compreso il rappresentante dell’amministrazione di Tortona in seno al consiglio di amministrazione di ASMT?
Niente di personale contro Gianni Castagnello o Ennio Negri, ma se questo è il concetto di democrazia del PD, cosa pensare?
Che le due remissioni di deleghe che stanno animando le discussioni da bar di questi ultimi giorni, potrebbero sembrare una boutade?
Lettera Firmata
Ricordiamo che la poltrona del presidente del Consiglio comunale “vale” oltre che a livello di carica istituzionale, circa 700 euro netti al mese. A tanto, infatti, ammonta l’indennità di carica e una parte del Partito Democratico non vede di buon occhio darla a Carabetta esponente della lista civica, ma preferisce Gianni Castagnello, compagno di Partito del PD. Di qui il “braccio di ferro” con gli altri.