Non ricordiamo, in oltre 30 anni di attività, infatti, altri episodi simili a quanto accaduto in poche ore.
Ci riferiamo alla decina di casi di crisi epilettiche che si sono verificate nella notte fra lunedì e martedì in molte zone della provincia e che hanno visto gli operatori della centrale 118 di Alessandria intervenire anche tre volte in provincia di Asti per tre persone affette dalla stessa patologia.
I casi si sono verificati un po’ dappertutto: ad Alessandria, Casale Monferrato, nel Tortonese, in provincia di Asti, e in altre zone. Una nottata davvero difficile per gli operatori alle prese con pazienti non facili da trattare, fra cui anche una bambina di cinque anni che é stata ricoverata all’ospedale infantile “Cesare Arrigo” di Alessandria.
Per fortuna, nessuno dei dieci pazienti ha riportato sintomi gravi e tutti sono stati giudicati in “codice giallo” termine tecnico usato dagli operatori sanitari che sottointende una patiologia con guarigione compresa tra 10 e 40 giorni.
La crisi epilettica descrive una varietà di sintomi neurologici dovuti a una scarica elettrica anomala, sincronizzata e prolungata di cellule nervose della corteccia o del tronco cerebrale. Il 5% di tutte le persone ha almeno una crisi epilettica durante la sua vita, ma non è considerato affetto da epilessia. La diagnosi di epilessia implica una tendenza a crisi epilettiche ripetute che si trova nello 0.5% della popolazione.
Crisi epilettiche sono favorite da fattori che aumentano l’eccitabilità elettrica delle cellule nervose e abbassano la naturale soglia alla loro scarica spontanea: l’uso o la sospensione improvvisa di certi farmaci, droghe o alcool; febbre, deficit di sonno, alterazioni degli elettroliti, e infine fattori genetici e metabolici.
Dieci pazienti affetti da crisi epilettiche in una notte in dieci diverse zone, in un territorio vasto come sono le province di Alessandria ed Asti, quasi sicuramente sono un caso e non serve chiamare in causa chissà quali misteri, ma siamo sicuri che sia davvero così?
12 gennaio 2016