Pubblichiamo di seguito la relazione del Comune sull’attività urbanistica svolta nel 2015 a Novi Ligure.

 

Con l’assestamento di fine anno, è stato possibile estendere l’incarico per la redazione della variante strutturale delle aree extraurbane a completamento degli studi e degli elaborati già predisposti per la zona collinare. Si tratta per entrambi i Piani, ma in particolare per la variante strutturale, di un impegno importante che servirà a valorizzare il nostro territorio, non solo dal punto di vista agricolo, ma anche sotto il profilo della rilevanza naturalistica ed ambientale, restituendo alla nostra “terra” il suo ruolo multifunzionale, in grado cioè di produrre un flusso di beni e di servizi utili alla collettività, legati non solo alla produzione primaria, ma anche al riciclo ed alla ricostituzione delle risorse di base, come l’aria, l’acqua, il suolo, al mantenimento degli ecosistemi, della biodiversità del paesaggio. Nella direzione di evitare il consumo di suolo agricolo, la variante rafforza l’obiettivo dell’A.C., già espresso con l’approvazione delle linee guida della legge 106/2011, di orientare la propria pianificazione verso la riqualificazione e la rigenerazione delle aree urbane, puntando sul riuso di edifici e di spazi pubblici, attraverso la demolizione, la ricostruzione e la sostituzione degli immobili esistenti. Tutto ciò in linea con il disegno di legge sul consumo di suolo, di prossima approvazione.

La nuova legge, identificando il suolo agricolo e non impermeabilizzato non più come riserva di superficie edificabile, ma come entità deperibile da preservare, dovrà portare anche nella pianificazione della nostra città, l’adozione di un modello di sviluppo economico che consideri i costi ambientali delle trasformazioni urbane. Nell’ottica di uno sviluppo sostenibile, la valutazione economica di ogni ciclo produttivo non deve riguardare solo i costi in termini di bilancio tra perdite e guadagni, ma anche i costi ambientali e sociali. Questo non significa azzerare o vincolare ulteriormente le attività in zona agricola, anzi sarà consentito il recupero edilizio, inclusa la demolizione e la ricostruzione, ove non presenti particolari vincoli, unitamente al recupero e alla qualificazione del patrimonio edilizio ed ambientale purché gli interventi siano compatibili con il paesaggio a dominanza rurale ed in presenza di adeguata accessibilità. Ferma restando la prevalente destinazione di uso agricolo potranno essere consentiti servizi ludico-ricreativi, servizi turistico-ricettivi, servizi sociali, attività di vendita diretta dei prodotti agricoli od ambientali locali e l’artigianato artistico.

 

E’ stato riprogettato il Programma degli Interventi dell’area Z3, ormai completato, di prossima discussione nelle competenti sedi tecnico- politiche, programma che prevede la vendita attraverso apposito bando pubblico degli immobili della Cavallerizza e degli immobili adiacenti. L’assestamento di bilancio ha consentito l’affidamento di apposito incarico professionale per la redazione di perizia di stima sul valore degli immobili ex Cavallerizza e sugli immobili adiacenti, ex sedi del mercato ortofrutticolo. La perizia è in fase di completamento e consentirà nei primi mesi del nuovo anno, oltre all’approvazione del nuovo Piano urbanistico della Z3, l’indizione di appositi bandi ad evidenza pubblica degli edifici comunali e la possibilità di utilizzare le somme eventualmente incassate per la realizzazione di nuovi parcheggi e la riqualificazione delle piazze esistenti.

La riprogettazione dell’area con il mantenimento delle piazze e la non edificazione delle aree di proprietà comunale di via Pietro Isola, consente all’A. C. di disporre di un badget di diritti edificatori che potranno essere ridistribuiti in città, anche in funzione delle esigenze dei cittadini e nel rispetto più generale degli interessi pubblici, attraverso una apposita Variante Strutturale Urbana.

La variante punterà tutto sulla riqualificazione urbana, intesa come insieme coordinato di interventi urbanistici, edilizi e socio- economici nelle aree urbanizzate, compresi anche gli interventi volti a favorire l’insediamento di attività di agricoltura urbana, quali orti urbani, orti didattici, orti sociali ed orti condivisi, che persegua l’obiettivo della sostituzione, del riuso e della riqualificazione dell’ambiente costruito in una ottica di sostenibilità ambientale, di contenimento del consumo di suolo, di localizzazione dei nuovi interventi di trasformazione nelle aree già edificate a basso consumo energetico.

Nei primi mesi del prossimo anno, dovranno essere definite le modalità di attivazione di questa variante, considerando la necessità di contenere le risorse finanziare del prossimo bilancio, ma soprattutto definendo azioni efficaci ed efficienti e tempi certi.

Si dovrà necessariamente costituire un apposito” Ufficio di Piano”, composto dalle professionalità adeguate, sia interne che esterne. Fondamentale diventa il ruolo del dirigente all’urbanistica, come coordinatore tecnico del nuovo ufficio, per cui si auspica che quanto prima vengano intraprese tutte le procedure di legge, per l’assunzione di una idonea figura professionale.

L’Ufficio di Piano costituirà il gruppo di lavoro e il suo coordinatore dovrà relazionarsi con Sindaco ed Assessore competente, nonché con gli altri Assessori, al fine di farsi interprete delle direttive politiche amministrative mediante un’azione di condivisione e cooperazione.

L’Ufficio Piano dovrà predisporre tutta la documentazione tecnica necessaria, utilizzando la documentazione già prodotta dall’Amministrazione Comunale per non disperdere un patrimonio di lavoro già svolto e costituire l’interfaccia sia nei tavoli di copianificazione, sia nei tavoli di confronto e partecipazione che verranno attivati con  gli attori principali del territorio e con la cittadinanza. Si ipotizza di ampliare il gruppo di lavoro con i professionisti novesi, in particolare con giovani professionisti sia per far coincidere nuove energie con la possibilità di crescita professionale, sia anche per contenere le spese che dovranno essere sostenute, anche con la creazione di appositi “cantieri di lavoro”.

 

L’A. C. ha promosso e patrocinato l’Associazione Maglietto di Novi ligure che mediante l’impegno volontario dei suoi associati, operando in particolare nell’ambito dell’area fluviale del torrente Scrivia e prevalentemente presso la struttura del “ Maglietto”immobile di proprietà comunale sito in una zona di importanza comunitaria e a protezione speciale per il notevole interesse naturalistico e la presenza di ricchezza di specie animali e vegetali, favorirà e promuoverà le attività di prevenzione e di controllo, didattiche e di studio, di informazione e di dibattito con particolare riguardo ed attenzione specifica ai giovani ed al mondo della scuola, proseguendo l’attività svolta in questi anni dalle Guardie Ecologiche Volontarie della provincia di Alessandria. E’ prevista quanto prima la creazione del Museo dell’Apicoltore nella sala al 1° piano della struttura del Maglietto, a seguito della donazione di attrezzatura apistica al Comune da parte di Amalia e Giacomo Bisio, apicoltori locali e della famiglia Bisio. Si tratta di una collezione di arnie, bugni villici, nutritori, smielatori, torchi, sculture in cera, attrezzature varie, riviste di apicoltura, francobolli dedicati alle api, raccolti nel corso di anni. Il Comune di Novi potrebbe così vantare il 1° museo dell’Apicoltura in Piemonte ed avrebbe altresì il sostegno di Aspromiele che in questi anni ha sostenuto le varie iniziative dell’Amministrazione Comunale in questo campo, come ad es. i due corsi gratuiti per apicoltori organizzati in collaborazione con Aspromiele dallo Sportello Unico per le Attività Produttive.

 

In tema di sostenibilità ambientale e di riqualificazione energetica, l’assessorato promuoverà, insieme con l’assessorato all’Ambiente, nei primi mesi del nuovo anno un altro Energy Day, mirato in modo specifico, alla riqualificazione energetica degli edifici esistenti.

Per il raggiungimento degli obiettivi europei, tra cui l’aumento degli edifici a energia quasi zero, è impossibile prescindere dal contributo della riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, patrimonio che a Novi, come del resto in tutt’Italia è stato in buona parte realizzato negli anni della ricostruzione e del boom edilizio. Infatti, la maggior parte degli edifici esistenti è stata costruita prima del 1976, anno in cui è stata emanata la prima norma sull’efficienza energetica degli edifici e la maggior parte del patrimonio edificato non ha mai subito interventi di riqualificazione energetica.

E’ necessario che tutti acquisiscano una specifica consapevolezza per imparare a ridurre i consumi di energia, di acqua (si passa dagli eventi calamitosi delle alluvioni a stati di preoccupante siccità ), a inquinare meno l’aria, sia isolando meglio gli edifici, sia ricorrendo a forme alternative di energia (basti pensare all’attuale inquinamento atmosferico dovuto alle polveri sottili ), a gestire meglio i rifiuti domestici, anche in forza di un nuovo sistema di raccolta in fase di studio.

14 gennaio 2016