Il 30 dicembre, alle 16 circa una pattuglia del Radiomobile interveniva preso una ditta di via Santi, nella zona industriale D4, perché era stata segnalata la presenza di una persona esagitata che stava creando problemi ai dipendenti dell’azienda. Sul posto giungevano in ausilio altre pattuglie dell’Arma e della Polizia Locale, ma tutti gli operanti venivano tenuti a distanza dall’uomo che si trovava nel cortile aziendale.
Infatti, l’uomo minacciava e insultava tutti gli appartenenti alle Forze dell’Ordine e diceva che voleva essere pagato dal proprietario della ditta con 50 mila euro che gli erano dovuti per il lavoro prestato nell’azienda per oltre 15 anni. Diceva anche che avrebbe ammazzato tutti gli operatori intervenuti e i loro familiari.
Inoltre, minacciava più volte che se qualcuno dei militari avesse oltrepassato il cancello avrebbe sparato loro e mimava il gesto tenendo entrambe le mani in tasca. I militari, dopo averlo fronteggiato e tenuto calmo per qualche minuto, approfittavano del momento in cui l’uomo tirava fuori le mani dalla tasca e non sembrava realmente armato di pistola. Riuscivano quindi a circondarlo, immobilizzarlo e ammanettarlo.
L’uomo, nonostante avesse le manette ai polsi, cercava ancora di divincolarsi e colpire i militari, continuando a minacciare e insultare tutti, ma veniva caricato sull’auto di servizio e accompagnato presso la caserma di Piazza Vittorio Veneto. Negli uffici i militari ricostruivano quello che era successo prima del loro arrivo ovvero che l’uomo aveva lavorato nella ditta per oltre 15 anni ed era stato licenziato ad agosto per giustificato motivo.
Tramite conciliazione aveva ottenuto subito una parte del suo TFR e la rimanente parte della cifra gli doveva essere versata per 14 mesi con assegni di 800 euro al mese. Ieri l’uomo si era presentato per ritirare gli 800 euro del mese di dicembre visibilmente ubriaco e, appena entrava in azienda, aggrediva la segretaria, costringendola a chiamare il titolare perché pretendeva indebitamente la somma di 50 mila euro.
Il titolare, capito al telefono cosa stava succedendo, chiamava il 112 richiedendo l’intervento di una pattuglia perché il suo ex dipendente era sicuramente fuori di sé e poteva essere pericoloso. Intanto la segretaria chiamava telefonicamente un altro dipendente, il quale giungeva poco dopo nel capannone, ma poi veniva costretta a consegnare il telefono aziendale al 43enne per impedirle di chiamare le forze dell’ordine.
In tale circostanza aveva preso tra le mani una forbice, trovata sulla scrivania dell’ufficio, che l’uomo brandiva per alcuni minuti nei confronti della segretaria per poi gettarla solo dopo l’arrivo dell’altro dipendente che si era precipitato nel capannone. L’uomo, sempre più agitato, con minaccia costringeva la segretaria e l’altro dipendente ad andare via dalla ditta in quanto voleva attendere da solo l’arrivo del titolare, ma poco dopo si trovava di fronte i carabinieri che arrivavano rapidamente sul posto e lo fronteggiavano per alcuni minuti fino al momento dell’arresto per tutti i reati commessi.
La mattina del 31 dicembre veniva accompagnato davanti al Giudice che convalidava l’arresto e rinviava l’udienza a fine febbraio, disponendo la liberazione dell’uomo.
1 gennaio 2016